Dopo la paura contro l’olandese Tallon Griekspoor (battuto in tre set: 5-7, 7-5, 6-1), Jannik Sinner torna in campo a Miami, nel Masters 1000 in Florida. Negli ottavi sfiderà l’australiano Christopher O’ Connell, numero 66 al mondo. Si affronteranno sul Grand Stand: i due si sono incontrati una sola volta nel circuito maggiore, all’Atp 250 di Atlanta nel 2021. In quella occasione Jannik fu sconfitto in due set (7-6, 6-4). Poi i due non si sono più incrociati. Chissà se adesso, O’Connel, 29 anni, ripenserà a quella partita quando si ritroverà davanti Sinner, oggi numero tre al mondo. Da quella gara del 2021 molte, anzi moltissime, cose sono cambiate. In primis, l’azzurro è diventato tra i più forti al mondo vincendo, nel giro di pochi mesi, la Coppa Davis, l’Australian Open e l’Atp di Rotterdam, arrivando a giocarsi la finale di Indian Wells. Insomma, niente male. Da parte sua, l’australiano non è mai riuscito a spingersi oltre il 53° posto in classifica nel ranking Atp. Jannik, però, non si fida: “È un giocatore pericoloso, serve bene e sa muoversi molto bene su questi campi”.
O’Connell non avrà nulla da perdere. Si affiderà alla sua caratteristica migliore: il rovescio a una mano e si presenterà con un biglietto da visita invidiabile. Finora si è imposto in tutti gli incontri (Kopriva Tiafoe, Damn) senza perdere nemmeno un set. “Sono molto contento di essere ancora nel Tour – ha spiegato in un’intervista al sito ufficiale Atp –. Meglio che pulire barche, lavorare nel commercio o insegnare tennis”. Cosa voleva dire il tennista di 29 anni con queste parole? Ecco svelato il piccolo giallo. O’Connell nel 2018 aveva deciso di appendere le racchette al chiodo e dedicarsi ad altro. Il motivo? A causa di alcuni infortuni, uno dietro l’altro, che lo avevano costretto a prendersi lunghe pause dai campi di gioco. Il più duro di tutti è stata una frattura da stress alla schiena che lo aveva tenuto fermo ai box, lontano dai campi di tennis, per un anno e mezzo tra il 2012 e il 2014. Nel 2017 lo aveva bloccato addirittura una polmonite e poi aveva dovuto alzare bandiera bianca per una tendinite al ginocchio. Una serie di ko fisici che avevano spinto questo ragazzo a dire addio al mondo del tennis, a soli 23 anni. E dedicarsi ad altro.
“Desideravo solo staccare con il tennis o, al massimo, di continuare a praticarlo ha dando lezioni ai ragazzi – ha continuato l’australiano nel suo racconto – poi la vita mi portò altrove e a fare addirittura altro”. Si era, infatti, trasferito, in una baia nei pressi di Sydney e, insieme a suo fratello, si era occupato di pulizia di barche: “Non facevo altro dalla mattina al pomeriggio”. Però, la sua vita era in giro per il mondo con una racchetta in mano. Tanto che ha iniziato a pensare che forse era troppo presto per aver detto addio al tennis. Era giovane e aveva ancora molte chance da giocarsi. Così nel 2019 O’Connell è rientrato ufficialmente nel circuito, togliendosi qualche soddisfazione. Della vittoria ottenuta contro Sinner ad Atlanta nel 2021 (certo, l’azzurro non era il campione di oggi, ma resta comunque una vittoria da mettere sul curriculum. Fino alle due semifinali a San Diego (2022) e Monaco (2023, dove vinse contro Alexander Zverev allora numero 16 al mondo) sono i risultati migliori conseguiti nei tornei Atp. Agli Australian Open (2022) e a Wimbledon (2023) non si è mai spinto oltre il terzo turno (migliore risultato ottenuto in un Grand Slam). E adesso a Miami sfida Sinner.
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