Il filone d’oro non è sempre sul letto del fiume. A volte è anche in alta montagna, specialmente se si parla di medaglie. E l’Italia degli sport invernali, in una stagione che ormai volge al termine, chiude con un bilancio di tutto rispetto. Sedici medaglie, quanto basta per poter gonfiare il petto e sentirsi di nuovo… in cima.
Sedici medaglie, cinque d’oro, lasciano in eredità non solo un movimento in piena salute ma anche una grande varietà di colpi in diverse discipline. Se prima era lo sci alpino a farla da padrone e ha comunque continuato a regalare grandi soddisfazioni, il metallo più prezioso è arrivato anche da altre specialità come il Biathlon, nella staffetta femminile, e nel Freestyle che ha scoperto Simone Deromedis. Davide Ghiotto ha cantato l’inno di Mameli nello speed skating.
Il 2023 è sinora una sorta di ritorno al passato. Una epopea azzurra che dal 1992 al 2006 aveva regalato gioie e atleti straordinari. Dopo Torino 2006 è iniziata la discesa libera che si è trasformata in… gigante a Vancouver e Sochi dove per la prima volta nel XXI secolo la spedizione azzurra è tornata senza un solo oro. Dalla Russia però è scattato qualcosa e complice l’ascesa di talenti purissimo come le tre regine Goggia, Fontana e Moioli che hanno trainato l’intero movimento si è arrivati al record di 17 medaglie di Pechino. La differenza che salta agli occhi è però legata a una squadra capace di imporsi in diverse discipline e senza giovarsi dell’assenza forzata della Russia.
Lecito pensare che, qualora il trend dovesse confermarsi, l’edizione casalinga dei giochi di Milano e Cortina del 2026, sebbene tre anni nello sport in generale e nelle discipline olimpiche in particolare si traducono quasi in una era, possa trasformarsi in una valanga azzurra. Nel frattempo si mostrano i muscoli come raramente accaduto prima a certe altezze. L’Italia si è piazzata sul podio praticamente ovunque. All’appello mancano, a questo punto chi sa per quanto tempo, combinata nordica, salto con gli sci e bob. Trentasei mesi sono abbastanza per migliorarsi e per continuare a sognare. Il cielo è quanto mai azzurro sopra la neve. Anche perché se alcuni elementi arriveranno all’appuntamento olimpico da over 30, vi sono diversi giovani che sono in rampa di lancio e che nel 2026 potrebbero essere già maturi da cogliere un successo ai Giochi. Ecco perché tornare nella top 10 del medagliere potrebbe essere una magnifica realtà.
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