Non esattamente il finale che aveva sognato. Matteo Zurloni è stato costretto ad abbandonare il sogno di vincere la Coppa del Mondo di arrampicata a Giacarta, dopo essere stato eliminato per “colpa” del pulsante.
Un’eliminazione scottante e che dimostra ancora una volta come ogni dettaglio possa fare la differenza ai livelli più alti dello sport.
A costare l’eliminazione dal Mondiale di arrampicata, specialità Speed, a Matteo Zurloni è stato un errore compiuto nell’ottavo di finale contro Raharjati Nursamsa.
Scattato molto bene al via, il climber italiano è scivolato su un appoggio nella prima fase di gara, riuscendo però a riprendersi immediatamente e a rimontare il terreno perso sul rivale, complice anche un paio di indecisioni da parte di Nursamsa.
In pochi metri, Zurloni ha preso addirittura vantaggio sull’avversario, ma è proprio quando sembrava ormai aver già vinto la gara che è arrivato l’errore decisivo.
Caricato il peso sulla gamba destra, la stella azzurra ha utilizzato il terzultimo appoggio come rampa di lancio per arrivare a stoppare il tempo di scalata, finendo però soltanto con lo sfiorare il pulsante e non riuscendo quindi a fermare il timer.
Un errore di cui Zurloni si è accorto subito, ma al quale non ha più potuto rimediare, ormai in discesa e completamente staccato dalla parete.
La vittoria è così andata a Raharjati Nursamsa, con Zurloni che si è dovuto accontentare del 13° posto finale nella seconda prova del circuito di Coppa del Mondo Speed in scena a Giacarta, in Indonesia, dopo essere stato l’unico italiano ad accedere alle finali.
Al termine della giornata di qualifiche, gli altri azzurri Giulia Randi, Beatrice Colli, Gian Luca Zodda, Alessandro Boulos e Ludovico Fossali avevano, infatti, chiuso rispettivamente al 17°, 32°, 30º, 46º e 72° posto.
Primatista europeo in carica, Matteo Zurloni è il grande talento italiano nella specialità Speed di arrampicata sportiva.
Di cosa si tratta? Di una vera e propria corsa di velocità in verticale.
L’obiettivo delle gare di arrampicata Speed, infatti, è quello di completare una scalata nel minor tempo possibile, con l’International Federation of Sport Climbing (IFSC) che dal 2007 ha omologato un muro di arrampicata di 15m come misura sulla quale effettuare le competizioni ufficiali.
In ogni gara gli atleti coinvolti sono, dunque, chiamati a raggiungere la cima del muro il più velocemente possibile, in quella che è una corsa contro il tempo, oltre che contro il proprio avversario.
Ogni via da competizione è, infatti, fornita di un sistema di cronometraggio, il quale deve essere stoppato fisicamente dagli atleti (proprio ciò che non è riuscito a fare Zurloni).
Di brevissima durata e con confronti diretti uno contro uno, le gare di arrampicata Speed sono spesso molto adrenaliniche e capaci di regalare grande spettacolo.
Esplosività e precisione nei movimenti è ciò che serve per offrire una prova degna di nota, con gli atleti chiamati a preoccuparsi solamente del proprio tempo di scalata.
Affinché la sicurezza sia sempre garantita, ogni singolo atleta è, infatti, legato a una corda, fondamentale nel caso di scivolate.
Solitamente, il format delle gare prevede un turno di qualifica, in cui si considera il miglior tempo su due tentativi, come riportato dalla Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (FASI).
I migliori 16 sono poi chiamati a confrontarsi in prove a eliminazione diretta, secondo una griglia di tipo tennistico (ovvero 1-16, 2-15, 3-14 e via dicendo).
I quattro atleti più bravi si contendono, poi, il podio finale.
Come detto in precedenza, ogni singola scalata viene cronometrata, con il tempo che parte non appena l’atleta stacca il piede da terra (momento rilevato da un sensore posizionato sotto la pedana di partenza) e si ferma soltanto quando l’atleta stesso tocca con la mano il sensore luminoso posto in cima alla parete di scalata.
Un percorso standardizzato e sul quale ogni atleta può allenarsi in qualsiasi palestra dotata di uno Speed wall.
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