Soltanto un mese fa l’Italia aveva perso malamente la semifinale degli Europei a Zagabria, in Croazia, ma adesso è stata tutta un’altra storia. Il Settebello batte la Spagna ai Mondiali di Doha, in Qatar, e vola in finale per l’ottava volta nella storia. Adesso sfiderà la Croazia, che ha eliminato ai rigori una meravigliosa Francia (17-16, nei tempi regolamentari 11-11). “È stato proprio un bel vedere. I ragazzi mi hanno commosso, saltavano come grilli nelle inferiorità numeriche. Una gara molto tattica in cui abbiamo saputo colpire chirurgicamente”, le parole di Sandro Campagna, il ct degli azzurri, ai microfoni Rai. “Nella riunione prepartita, in albergo, avevo dimenticato di spiegare un movimento dell’attacco. Così ho rincorso i ragazzi, ma loro mi hanno risposto ‘lo sappiamo, lo sappiamo…’. Ho capito quanto fossero convinti e determinati”.
Per l’Italia è la terza finale nelle ultime quattro edizioni, numeri fantastici. I titoli sono arrivati nel 1978, nel 1994, nel 2011 e nel 2019. Ora si punta al quinto alloro iridato, dopo aver eliminato la rivale di sempre. Italia-Spagna nella pallanuoto, infatti, è come Italia-Germania nel calcio, per intenderci. E non è l’unica impresa compiuta dagli azzurri in vasca.
La leggenda
La leggenda del Settebello risale al secondo dopoguerra. Corre l’anno 1948 e dopo due Olimpiadi non disputate a causa del conflitto mondiale la bandiera a cinque cerchi torna a sventolare su Londra. All’epoca la squadra più forte del Belpaese era la Rari Nantes Napoli e proprio a questo club viene dato il primo soprannome di Settebello. Da dove viene? Dal gioco della scopa, il passatempo dei pallanuotisti durante le lunghe trasferte in Liguria. In breve tempo il termine Settebello passa a indicare l’intera Nazionale maschile di pallanuoto. Ed è subito oro battendo l’Ungheria, campione in carica da due edizioni. Quattro anni dopo, nei Giochi di Helsinki, arrivò il bronzo. Ma il bello deve ancora arrivare e arriva nel 1960, a Roma, in uno dei momenti più alti della storia dello sport italiano. Il Settebello vince l’oro avendo la meglio nel girone finale su Ungheria, Jugoslavia e Unione Sovietica, rispettivamente le medaglie d’oro, argento e bronzo di Melbourne 1956. Qualcosa di epico.
La consacrazione
Dopo l’apice, c’è il tracollo fino all’Olimpiadi del 1976, quando sulla scena italiana arriva Gianni De Magistris. L’argento dei Giochi del 1976 è preceduto dal bronzo mondiale di Calì 1975 e seguito a breve distanza dal titolo iridato di Berlino Ovest 1978. Si arriva così alla consacrazione, ai magici anni ’90 della pallanuoto italiana. Quelli targati da Ratko Rudic, ct dei trionfi, e di una squadra meravigliosa con Francesco Attolico, Sandro Campagna giocatore e Carlo Silipo. Inizia il Grande Slam con l’oro olimpico di Barcellona 1992 contro la Spagna di Manuel Estiarte. Arrivano poi l’oro agli Europei di Sheffield del 1993 e con la vittoria casalinga dei Mondiali di Roma 1994.
Qualcosa di mai visto prima. Come sempre nello sport, così come nella vita, quando c’è l’apice arriva successivamente un momento di assestamento. Atene 2004 è la grande delusione con l’ottavo posto fino ai Mondiali di Roma 2009, torneo nel quale gli azzurri deludono tantissimo arrivando addirittura 11°, fuori dalla top ten. La rinascita arriva con Sandro Campana, uno che conosce a memoria i segreti della Pallanuoto. Vince subito i Mondiali di Shanghai nel 2011 e quelli del 2019 a Gwangju, in Corea del Sud. Guarda caso, contro la Spagna. Adesso manca solo una gara per il grande sogno. Quello che sarebbe l’ennesima impresa del Settebello.