Dal 2011, infatti, i combattimenti venivano valutati da 5 giudici che attribuivano i punti sulla base dei colpi andati a segno e in ogni ripresa venivano considerati tre dei loro punteggi basati sul criterio della omogeneità o della media dopo esclusione degli estremi. Nella ricerca di un sistema di valutazione più trasparente si ritorna ad un sistema che non si baserà più sul matematico calcolo dei punti. Alla fine di ogni round, ogni giudice determinerà il pugile che si è aggiudicato la ripresa assegnandogli 10 punti e assegnando all’avversario un punteggio inferiore (fino al 6) e non potrà assegnare un pareggio. Una delle novità è che il sistema elettronico all’inizio di ogni incontro deciderà casualmente i tre giudici i cui punteggi saranno presi in considerazione.
Nel caso al termine dell’incontro un giudice abbia un totale di punti in parità tra i due contendenti gli verrà chiesto dal sistema di identificare un vincitore. Il verdetto finale non terrà conto della differenza totale di punti (evitando così che un giudice troppo generoso possa sfacciatamente influenzare il risultato) ma si baserà sui verdetti dei tre arbitri: decisione unanime nel caso tutti e tre abbiano dato un punteggio maggiore ad un pugile, decisione ai punti nel caso due giudici indichino un vincitore e il terzo un pareggio o la vittoria dell’avversario.
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