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Moto GP

MotoGp, tutte le sfide più incerte (e avvincenti) di questi anni

Questo Mondiale se lo stanno giocando Jorge Martin e Francesco Bagnaia, che sono divisi soltanto da 10 punti nella classifica generale

Il Motomondiale regala sempre grandi sfide nel rush finale per il titolo. In Australia riparte la volata per il titolo MotoGp. La sfida è quella tra il pilota spagnolo Jorge Martin e il campione del mondo in carica, in sella alla sua Ducati, Francesco Bagnaia. Sono separati da solo 10 punti: 392 sono quello dell’iberico del team Prima Pramac, mentre Pecco è secondo nella classifica generale a quota 382. Tutto questo quando mancano quattro Gran Premi al termine. Una sfida equilibrata, dato che entrambi corrono con la Ducati GP24, e, per certi aspetti, pure storica. Infatti, da quando esiste l’attuale top class, si tratta del secondo distacco minore tra i primi due nel Mondiale con ancora quattro gare da disputare. Ma vediamo le altre cinque volate incerte nella storia recente del Motomondiale.

Pecco Bagnaia | ansa epa @Joel Carrett

MotoGp 2006: Hayden-Pedrosa

Torniamo indietro nel tempo a quasi 20 anni fa, al 2006. Erano 22 i punti di distacco tra Nicky Hayden (tragicamente scomparso il 22 maggio 2017) e Daniel Pedrosa dopo il Gran Premio della Malesia. Lo statunitense, in sella alla sua Honda, aveva 214 punti, ma era in flessione dopo l’ottima prima parte di stagione. Andò molto male spagnolo, lontano dalle posizioni di vertice nei Gran Premi decisivi. Cercò di approfittarne Valentino Rossi, passato dai 26 punti di distacco accusati dopo Sepang a una leadership per sole otto lunghezze. Ma non gli bastarono per confermarsi campione perché cadde a Valencia regalando il titolo iridato ad Hayden.

MotoGp 2015: Rossi-Lorenzo

Questo di nove anni fa, nel 2015, è stato un derby in casa Yamaha. Ed è stato quello tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, anche per le polemiche del pilota di Tavullia con Marc Marquez e la sua “combriccola” spagnola. A quattro gare dalla fine il pluricampione del mondo, che sognava il decimo titolo, era avanti di 14 punti: 263 a 249, ma lo spagnolo aveva riaperto i giochi vincendo in Aragona. Fino ad arrivare a Sepang, in Malesia: Lorenzo, secondo, si avvicinò ancora di più, anche perché Rossi era riuscito a chiudere al terzo posto, sul gradino più basso del podio, dopo il controverso duello, prima verbale e poi fisico, contro Marc Marquez, ma fu penalizzato con la partenza dall’ultimo posto a Valencia, round finale. Jorge vinse così gara e titolo, con cinque punti su Rossi: 330-325. E le polemiche ancora oggi sono vive.

MotoGp 2017: Marquez-Dovizioso

Due anni dopo è sfida tra lo spagnolo Marc Marquez e Andrea Dovizioso, che presero il largo nel Motomondiale 2017. A quattro gare dal termine era lo spagnolo della Honda a comandare la classifica a quota 224 punti, 16 in più rispetto al rivale su Ducati. L’italiano ridusse il distacco battendo Marc sotto la pioggia in Giappone, ma crollò nel Gran Premio d’Australia. Dovizioso non andò oltre il tredicesimo posto, mentre Marquez vinse e allungò nettamente. Andrea annullò il primo match point conquistando la gara di Sepang. Ma a Valencia Dovizioso pagò dazio con una caduta e la sfida finì 298 a 261 per lo spagnolo.

MotoGp 2020: Mir-Quartararo

Balzo in avanti di tre anni, al MotoGp 2020. Il campionato si era aperto a luglio, posticipato per via della pandemia Covid-14 che aveva colpito il pianeta (e ridotto ad appena 14 circuiti). Quando mancavano quattro Gran Premi al termine, Joan Mir aveva scavalcato Fabio Quartararo in testa al Mondiale per sei punti: 121 a 115. Lo spagnolo su Suzuki era in forte crescita, mentre il francese della Yamaha viveva una forte crisi dopo l’ottimo avvio. E finì proprio con il successo del pilota spagnolo.

Fabio Quartararo | ansa epa @Franck Robichon

MotoGP 2022: Quartararo-Bagnaia

Ed eccoci all’ultima grande volata presa in considerazione, avvenuta nel Mondiale MotoGp di due anni, del 2022. Sfida aperta, a quattro gare dal termine, tra Francesco Bagnaia e Fabio Quartararo. Dopo la gara in Giappone l’italiano della Ducati era distante 18 punti (219-201), annullando buona parte delle 91 lunghezze accusate a giugno. Il francese su Yamaha, però, aveva sfruttato bene la caduta di Pecco sulla pista di Motegi. Ma da quel momento Pecco non sbagliò più nulla tanto da piazzarsi terzo in Thailandia e Australia, trionfare in Malesia e chiudere nono a Valencia, dove vinse il titolo. Grazie anche al crollo di Quartararo, che si arrese per 17 lunghezze (265 a 248).

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Redazione Olympialab

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