Quali saranno i prossimi fenomeni assoluti a giocare in Nba? Tenete d’occhio questi giocatori perché potrebbero affermarsi già da quest’anno
Ogni anno in ogni sport, la maggior parte delle persone, soprattutto coloro i quali hanno il desiderio di vedere sempre più nuovi giovani talenti, si fanno sempre la stessa domanda: quale giovane riuscirà a emergere quest’anno? E in questo non fa eccezione il basket, dove tutte le stagioni si va alla ricerca del miglior rookie. Non solo giovani però: anche molti giocatori più avanti con l’età sono alla ricerca della stagione del definitivo salto. Ma quali sono i migliori giocatori pronti a prendersi un posto tra le stelle del basket Nba già da quest’anno? Ecco tutti i nomi da tenere assolutamente d’occhio.
Remember the name: ecco i migliori giocatori pronti a emergere in Nba
Per un giovane è sempre difficile riuscire ad affermarsi ad alti livelli nel mondo dello sport, soprattutto in discipline di squadra come il calcio o il basket. Non basta, infatti, solamente avere talento: serve disciplina, mentalità, forza di volontà, pazienza e, spesso e volentieri, anche quel pizzico di fortuna che permette di trovarsi al posto giusto al momento giusto. E alcuni (più o meno) giovani in Nba sembrano avere tutte queste qualità, e già da quest’anno potremmo ammirare qualche piacevole sorpresa. Ma quali sono i talenti da tenere d’occhio quest’anno? Ecco la lista dettagliata.
Cade Cunningham, Detroit
Non è semplice valutare Cunningham, nemmeno dopo tre stagioni in NBA. Prima scelta del draft 2021, ha dovuto affrontare un contesto mediocre, il che rende difficile non deludere le aspettative. Ha cambiato già tre allenatori in quattro anni ai Pistons. Ha dimostrato di possedere un immenso talento come passatore e realizzatore, mostrando anche segni di crescita in termini di efficienza, che all’inizio era insufficiente. Tuttavia, le vittorie sono state rare. L’arrivo di tiratori come Harris, Hardaway e Beasley dovrebbe “aprire il campo” e aiutarlo a fare il salto di qualità definitivo.
RJ Barrett, Toronto
Il talento è sempre stato evidente e luminoso, ed è proprio questo che lo ha portato a essere scelto con la chiamata numero 3 dai Knicks al draft del 2019. I dubbi, invece, riguardavano il tiro, l’efficienza e la costanza. Le 32 partite disputate con i Raptors nella scorsa stagione hanno rappresentato un progresso: 39% da oltre l’arco, 55% dal campo, con una media di 21.8 punti a partita, un massimo personale. Ha dimostrato buone prestazioni con il Canada alle Olimpiadi, segnando 19.8 punti a gara con il 58% di tiro. Ha solo 24 anni e sta per esplodere. Ha subito un infortunio in preseason.
Christian Braun, Denver
Promosso titolare ai Nuggets a seguito della partenza di Caldwell-Pope, avrà l’opportunità di mostrare tutto il suo potenziale. Giunto alla terza stagione in NBA, dovrebbe aver acquisito la maturità necessaria per affrontare nuove responsabilità, e la familiarità con l’ambiente di squadra lo supporterà ulteriormente. Dovrà capitalizzare i raddoppi difensivi su Jokic e Murray, muovendosi senza palla e attaccando il canestro e dovrà difendere in modo intenso. Una sfida ardua, ma non impossibile.
Josh Giddey, Chicago
I Bulls puntano fortemente sull’australiano dopo averlo acquisito dagli Oklahoma City Thunder, dove, dopo un inizio promettente, era stato escluso a causa delle sue carenze nel tiro. Ha solo 22 anni, una straordinaria visione di gioco e una buona capacità di rimbalzo, grazie alla sua altezza da ala: sarà in grado di accumulare numerose triple doppie. Proviene da un eccellente torneo olimpico con la nazionale australiana. Se Lonzo Ball recupera l’efficienza, potrà competere con lui, ma i due potrebbero anche coesistere nel roster.
Tyus Jones, Phoenix
Finalmente, a 28 anni, avrà l’opportunità che merita, per dimostrare il suo valore. Sarà titolare come playmaker, e i Suns avevano bisogno di un facilitatore nel ruolo, affiancato a Beal, Booker, Durant e Nurkic. È stato tra i migliori in NBA per assist/palle perse, con una mente brillante, eccellente nelle letture di gioco e senza timori nei momenti decisivi. Finora ha sofferto per la considerazione legata alla sua statura e atletismo limitati, e a Washington, dove i Wizards non ricevevano molta attenzione.
Jonathan Kuminga, Golden State
Deve assolutamente fare una grande stagione se vuole continuare a far parte dei Warriors; in caso contrario, dovrà cercare opportunità altrove. Il 22enne, scelto con la settima pick del draft 2022, ha migliorato le sue capacità realizzative nella sua terza stagione, raggiungendo i 16 punti a partita. È necessario un progresso nel rimbalzo, nella distribuzione del gioco, nelle letture tattiche e nell’affidabilità. Curry rimane l’unica certezza per i Dubs in fase offensiva, quindi Kuminga avrà a disposizione opportunità e tiri. Con il contratto in scadenza, i Warriors si comportano come San Tommaso: vogliono (prima) vedere per credere.
Terry Rozier, Miami
La guardia degli Heat, ora trentenne, ha l’opportunità di rivivere i successi passati con i Celtics. Un infortunio lo ha fermato nel momento migliore, proprio quando era diventato un nuovo acquisto di Riley la scorsa stagione, ma rappresenta un innesto ideale per Miami. È un atleta eccezionale per una squadra che altrimenti ne avrebbe poca disponibilità, non ha paura di affrontare alcuna sfida e difende con determinazione. È più un realizzatore che un playmaker, ma le letture di gioco importanti saranno principalmente compito di Butler.
Jabari Smith, Houston
La terza stagione ai Rockets per la scelta numero 3 del draft 2022 sarà quella decisiva. È migliorato notevolmente nel tiro da distanza, prima di tutto. Sta anche guadagnando fiducia in attacco. Ha superato il 36% da tre punti nel suo secondo anno, segnando in doppia cifra in 20 delle ultime 25 partite giocate. Versatile, intelligente e con una buona etica del lavoro, non possiede le straordinarie capacità atletiche di Green o la visione di gioco di Sengun, ma diventerà il collante della squadra texana su entrambi i lati del campo.
Jalen Suggs, Orlando
Difensore perimetrale aggressivo, già tra i migliori dopo appena tre stagioni in NBA. È un atleta straordinario, attacca il ferro con grande determinazione. Ha migliorato il suo tiro, raggiungendo un eccellente 39,7% da tre punti nel campionato scorso. Sarà il playmaker titolare, anche se non è un facilitatore innato, di quelli in grado di mettere in ritmo i compagni grazie al proprio istinto e alla visione di gioco. Tuttavia, con Franz Wagner e Banchero che spesso avviano le azioni offensive, questo non rappresenta un grosso problema.
Mark Williams, Charlotte
Fino ad ora, gli è mancata la salute, poiché gli infortuni lo hanno perseguitato. Al di là di questo, il lungo scelto con la quindicesima pick del draft 2022 ha tutto ciò che serve per diventare un punto di riferimento nella difesa degli Hornets. È capace di stoppare, prendere rimbalzi e, in attacco, è consapevole dei suoi limiti, che sta lavorando per ridurre. Si integra bene con Miles Bridges e Brandon Miller, i suoi compagni di squadra nel reparto offensivo. Tuttavia, deve giocare di più, dopo aver disputato solo 19 partite nella scorsa stagione.