Lo sport ha tante storie da raccontare. Alcune assumono i contorni delle favole. Una, in particolare, è riassunta in una foto iconica della palla a spicchi della lega americana: Muggsy Bogues accanto a Manute Bol. Al tempo nei Bullets (oggi Wizards), in rosa convivevano il giocatore più basso e più alto della Lega. Bogues era appena 1,60, mentre Manute arrivava a 2,31. Uno il doppio dell’altro. Di Bol si sa tutto, o quasi. Bogues merita di essere raccontato.
160 centimetri: un concentrato di talento
Bogues, ha speso la sua carriera (e non poteva essere altrimenti) da playmaker. E detiene ancora oggi il record, visto che nessuno ha mai giocato una partita in NBA con meno centimetri di lui. Ma chi era Bogues? Un giocatore che aveva trasformato il limite fisico in un pregio: per la serie, nothing is impossible. Nessuno come lui, riusciva a staccarsi dai suoi marcatori, essere preciso nelle penetrazioni e scegliere sempre la soluzione giusta per il passaggio, la protezione della palla e lo scarico: appena 1,6 di palloni persi, di media, in carriera rappresentano, in questo senso, il miglior biglietto da visita. Bogues ha trascorso solo una stagione con i Bullets con i quali ha segnato una media di 5 punti e 5 assist. Poi, il talento e l’occasione si incrociarono durante la stagione 1988-1989 e l’NBA si allargò a due nuove franchigie: i Miami Heat e gli Charlotte Hornets.
Da eroe ad ambasciatore
Trasferirsi a Charlotte è stata la svolta decisiva della carriera. Muggsy ha trascorso 9 delle sue 14 stagioni con gli Hornets, dove è diventato una sorta di eroe. La sua capacità di passare e rubare la palla, unita alla sua bassa statura che non gli impediva di disegnare traiettorie che gli altri potevano solo pensare, gli ha permesso di essere una delle maggiori attrazioni del panorama cestistico americano. E, nel contempo, di rendere immediatamente riconoscibile e poi straordinariamente popolare, la sua franchigia. Al netto della curiosità che suscitava, il talento è cristallino. Nel 1989-90, Bogues ha una media di 9,4 punti, 1,7 assist e 2 palle recuperate a partita. Nel 1994-95 gli Hornets ottennero la loro prima stagione da 50 vittorie, arrivando a toccare quota 54 due anni dopo.
Una stoppata da… film
Muggsy, che ha recitato nel primo Space Jam con Michael Jordan nel film cartoon che ha sbancato il botteghino, ha scritto la storia del club.Il 14 aprile 1993, durante Charlotte Hornets e i New York Knicks, stoppò Patrick Ewing a dispetto dei suoi 213 cm e i 53 di differenza. All’inizio del 1997-98, è stato ceduto ai Warriors. Stagione che è coincisa con l’inizio della fine. Il playmaker ha trascorso le sue ultime due stagioni con i Raptors, chiudendo lì la sua esperienza di 14 stagioni in NBA, con 6.858 punti e 6.726 assist. Oggi rimane un ambasciatore degli Hornets, un premio più che meritato per chi, come nessun altro, è stato capace di volare sulle spalle dei giganti.