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NBA, la parabola discendente dei fratelli Thompson

Amen e Ausar Thompson, promesse NBA del Draft 2023, affrontano sfide diverse tra infortuni e concorrenza. Scopri cosa riserva il futuro ai gemelli

Dove sono finiti i gemelli Thompson? Amen e Ausar Thompson, selezionati nel Draft NBA 2023 rispettivamente alla quarta e quinta scelta da Houston Rockets e Detroit Pistons, dopo un promettente inizio da rookie, sembrano scomparsi dai radar in questa nuova stagione. Ma cosa è accaduto esattamente?

NBA: la parabola discendente dei fratelli Thompson

Ausar è fermo da tempo a causa di un grave problema di salute: soffre di coaguli di sangue. I Pistons stanno attendendo l’autorizzazione medica per il suo ritorno, sottoposta al vaglio dei dottori NBA e dell’associazione giocatori. Amen, invece, ai Rockets si trova a fronteggiare una concorrenza impegnativa: Jalen Green, Reed Sheppard e Cam Whitmore sono giovani talenti che occupano spazio e minuti preziosi.

NBA, la parabola discendente dei fratelli Thompson – https://www.instagram.com/amen.thompson/ – Olympialab.com

 

Entrambi i gemelli erano attesi come futuri protagonisti della lega, persino definiti da alcuni scout come potenziali “anti-Wembanyama”, e si pensava potessero affiancare il fenomeno francese del San Antonio Spurs nel ruolo di future star. A sedici mesi dal Draft, però, Wembanyama è già al centro della scena, mentre Amen e Ausar sembrano già dimenticati. Ma è davvero troppo presto per considerare i due fratelli una causa persa?

La grande enfasi iniziale sui Thompson derivava da due fattori: l’essere gemelli e il percorso non convenzionale con cui sono arrivati all’NBA. Dopo aver saltato l’ultimo anno di liceo e l’esperienza universitaria, hanno scelto di giocare nell’Overtime Elite, una lega di basket per ragazzi dai 16 ai 20 anni con sede ad Atlanta. Nella storia della NBA ci sono stati altri gemelli, come Horace e Harvey Grant e Brook e Robin Lopez, ma nessuno era mai stato selezionato così in alto al Draft. Le aspettative su di loro erano alte anche grazie a Overtime, sostenuta da investitori di spicco come Jeff Bezos, Drake e Kevin Durant.

La decisione di rinunciare al college è stata accolta con opinioni contrastanti. Per alcuni, la scelta di guadagnare da subito ha rappresentato una scorciatoia rischiosa, sacrificando l’esperienza formativa e competitiva del basket universitario. Per altri, invece, è stato un esempio di “nuovo che avanza” e un possibile modello per il futuro del basket giovanile. Ma solo alla fine delle loro carriere si potrà giudicare se questa scelta sia stata vantaggiosa.

Purtroppo, la sfortuna si è abbattuta su Ausar Thompson dei Pistons. Dopo aver giocato 63 delle 82 partite nel suo anno da rookie, una diagnosi di coaguli di sangue ha fermato la sua stagione lo scorso marzo. Non si tratta di un normale infortunio sportivo, ma di un serio problema di salute. L’allora allenatore dei Pistons, Monty Williams, aveva dichiarato con preoccupazione: “È stato un bene che i medici abbiano scoperto il problema”. Thompson aveva mostrato un buon potenziale con 8,8 punti e 6,4 rimbalzi di media, seppur con un tiro da tre poco efficace (21/113, pari al 18%). Ora si allena con la squadra, ma non ci sono ancora certezze sul suo ritorno in campo, come ha spiegato il presidente dei Pistons, Trajon Langdon.

Diversa è la situazione di Amen Thompson agli Houston Rockets. Il suo ruolo naturale è quello di guardia, ma la concorrenza in squadra è serrata. Ai Rockets, il veterano Fred Van Vleet è il playmaker titolare, mentre Green, Sheppard, Whitmore e il difensore canadese Dillon Brook limitano i suoi minuti. Dopo una prima stagione incoraggiante, in cui aveva segnato 9,5 punti e 6,6 rimbalzi a partita (seppur con un modesto 14% da tre), Amen sta trovando meno spazio nella rotazione sotto il nuovo coach Ime Udoka.

Nelle prime quattro partite della stagione, giocate dai Rockets con un bilancio di 2-2, Amen ha registrato una media di 21,3 minuti in campo, contro i 22,4 della stagione precedente, con 7,5 punti e 4,3 rimbalzi e una percentuale di tiro inferiore (39% rispetto al 53% di allora).

Le capacità atletiche dei gemelli Thompson restano indiscutibili. Sebbene entrambi abbiano appena iniziato la loro carriera NBA, il loro potenziale non è passato inosservato. La stagione è ancora agli inizi, e i Thompson avranno tempo per dimostrare il loro valore. Per ora, la strada è in salita, ma il futuro di questi due giovani giocatori è ancora tutto da scrivere.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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