“La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.” Cosi avrebbe detto Albert Einstein in uno dei suoi aforismi. Tesi confermata da Mac McClung, vincitore dello “slam dunk” della All Star Game NBA. Una affermazione contro ogni pronostico e logica… fisica.
Un fenomeno da studiare. Mac McClung ha poco o nulla in comune con le schiacciate. È bianco, è diversamente alto (forse) 188centimetri, non è neanche lontanamente il favorito in un evento dove è stato invitato più che altro per curiosità. Del resto, si presenta allo Slam Dunk Contest con dei numeri da capogiro… sul web. Ha di gran lunga il maggior numero di follower: 845mila e milioni e milioni di visualizzazioni. Senza contare i mixtape, ovvero il meglio del repertorio di tutti i ragazzi che sognano un futuro da professionista con la palla a spicchi. Ed è proprio il caso di Mac, che da fenomeno da liceo e due partite giocate in NBA si porta a casa un titolo insperato.
Mac McClung fatica a trovare spazio. Due partite in NBA quasi… per forza. Nella lista dei giocatori scelti nel draft NBA 2021 non c’è, ma non smette di inseguire i propri sogni. Vuole fortissimamente vuole, essere un professionista del basket dopo aver abbandonato il calcio. Competitivo sin a bambino, proviene da una famiglia di sportivi che ha accompagnato e sostenuto sia lui che la sorella Anna, calciatrice. Piccolo intermezzo: i suoi genitori raccontano di aver dovuto bandire il piccolo Mac dalla palestra di casa perché la sorella più grande, perennemente sfidata e sconfitta, si potesse allenare indisturbata e senza demotivarsi. Dirottato sul basket, Mac ha iniziato alla Gate City High school perfezionando le sue doti di schiacciatore acrobatico durante la carriera liceale. È l’inizio di una favola che lo porterà, a vincere due volte il titolo di miglior giocatore della Virginia e a superare il record stagionale di punti di Allen Iverson.
Il suo girovagare fra Los Angeles, Chicago e Philadelphia, lo ha portato solo a sfiorare il cielo prima di toccarlo. Invitato dalla G League, il campionato dove si testano i futuri campioni, ruba la scena: in finale McClung non si è lasciato sfuggire l’occasione della vita ed ha superato Trey Murphy dei Pelicans. Decisiva una schiacciata a 360 gradi che ha rovesciato anche le prospettive. Il volo continua…
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