Il nuoto italiano, all’indomani del “Settecolli” e da quanto raccontato dalle piscine romane, lascia in eredità diverse indicazioni in vista di Fukuoka. A poco più di un mese dall’appuntamento con i mondiali giapponesi si possono tirare le prime somme… tuffandosi nell’atmosfera iridata.
Gli azzurri provengono da un ciclo straordinario: prima i mondiali di Budapest dello scorso anno, e in generale da diversi anni in qui, le canotte si sono tuffate in acque particolarmente azzurre e chiare. Una costanza quasi incredibile nel riuscire a portare a casa medaglie su medaglie: a Gwangju (Corea del Sud) nel 2019, arrivarono sette podi, figli di 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi, record che, già di per sé prestigioso, è stato polverizzato lo scorso anno a Budapest, con 9 medaglie di cui 5 ori, 2 argenti e 2 bronzi e vari primati nel numero di vittorie, podi e presenze in finale. L’ultimo Settecolli però ha lasciato in eredità un qualcosa di leggermente diverso, sia in termini di risultati che di prospettive. Notizie positive sono arrivate da Ceccon e Sara Franceschi. Anche Simona Quadarella ha calato un tris, centrando il primo posto nei 400, 800 e 1500 stile libero. Buone notizie che, tuttavia, si limitano solo a questi atleti.
C’è perplessità, e anche qualcosa in più, su Benedetta Pilato: la predestinata a raccogliere l’eredita della Divina, al secolo Federica Pellegrini, non si presenterà a bordo vasca nei 100 rana e correrà solo i 50. Lisa Angioni ha regalato l’unico sorriso fra le specialiste ma non sembra abbastanza per puntare all’iride. Anche Nicolò Martinenghi, una delle punte di diamante della nazionale azzurra, è alle prese con alcuni problemi fisici che ne hanno limitato il rendimento. Qualche problemino anche per Lorenzo Zazzeri, incidente e non poco per la 4×100 stile libero. E non sta molto meglio Alessandro Miressi, alle prese con un cronometro che proprio non riesce a fermare sotto il limite dei 47’’. A tutto ciò si aggiungono i cali di forma e i problemi extra piscina di Lorenzo Galossi, che è ancora in attesa di farsi notare.
Un discorso a parte per Gregorio Paltrinieri che, dopo aver staccato dei tempi non esattamente indimenticabili negli 800 e nei 1500 stile libero, potrebbe sposare definitivamente il nuoto in acque libere. Insomma, volgendo lo sguardo verso il sol Levante, il rischio è che il rendimento possa essere calante… a meno che l’oriente non si confermi luogo dalle liete sorprese come spesso è accaduto nella storia nazionale.
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