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Sport olimpici

Nuoto, perché Matteo Rivolta ha scelto di ritirarsi?

“Basta, troppi infortuni. La mia carriera finisce qui”.

È quanto ha annunciato a sorpresa Matteo Rivolta, campione del nuoto italiano che negli ultimi anni ha tenuto alto l’onore del Tricolore nelle vasche di tutto il Mondo.

Inutile insistere quando il fisico non riesce più a ottenere i risultati che la testa vorrebbe.

Meglio celebrare quello che è stato e proiettarsi su nuove sfide.

Matteo Rivolta si ritira: “Mi stavo facendo del male”

Tre volte medaglia d’oro nei Campionati del Mondo in vasca corta e due volte vincitore di un Europeo.

Matteo Rivolta in carriera ha vinto tre medaglie d’oro ai Mondiali in vasca corta | Immagine Ansa EPA @Ali Haider – Olympialab.com

Matteo Rivolta è stato uno dei migliori nuotatori italiani degli ultimi anni, uno di quelli capaci di far emozionare il Belpaese con le sue grandi imprese e di far risuonare le note dell’Inno di Mameli sui podi di tutto il Globo.

A soli 32 anni ha però preso la dolorosa decisione di uscire definitivamente dalla vasca e di appendere cuffietta e occhialini al chiodo.

“L’altra sera guardandomi allo specchio, col cuore in mano, ho deciso di concludere questo viaggio. Perché? Perché mi stavo facendo del male. È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato”.

Queste le prime parole con le quali inizia il lungo post social attraverso il quale Matteo Rivolta ha annunciato a tutti il suo ritiro dalle competizioni.

Impossibile recuperare fisicamente dagli ultimi infortuni occorsi nel recente passato per poter tornare a competere ai livelli che avrebbe voluto.

Il punto di svolta negativo è avvenuto lo scorso dicembre a Otopeni, in Romania, in occasione degli Europei di nuovo in vasca corta.

Il nuotatore azzurro era pronto a partecipare alla gara della staffetta mista 4×50 con la frazione a dorso, ma la caduta improvvisa di un blocco di partenza nel riscaldamento gli comportò un infortunio al braccio.

La mancanza di tempo per permettere alla squadra italiana di trovare un sostituto, lo spinse a entrare comunque in vasca, nonostante il rischio di lesionare i tendini (l’Italia sarebbe stata altrimenti squalificata).

Rivolta partecipò quindi alla gara da capitano, contribuendo alla qualificazione della staffetta italiana, che riuscì poi a salire sul podio nella finale.

Nel frattempo, Rivolta andò in ospedale per accertamenti e tornò poi subito in Italia, per sottoporsi a delle cure mediche, accompagnato dal suo allenatore Marco Pedoja.

“Ho sempre creduto che un Atleta sia tale quando può dedicare Anima e Corpo e Mente al Massimo obiettivo possibile. Non poterlo più fare liberamente mi logora più di quanto lo faccia scrivere l’epilogo di questo viaggio. Da diverso tempo ho accolto e nutrito la curiosità di scoprire chi volessi essere “da grande”. Ho continuato, ho voluto dare ascolto al cuore che non accettava l’idea di rinunciare a certi sogni… e non l’accetta tuttora. Da allora però il mio corpo è gradualmente imploso”.

Rivolta da quell’infortunio, purtroppo, non è più riuscito a recuperare a dovere e, ora, a distanza di tre mesi da quel giorno, ha deciso di dire “basta”.

Ringraziamenti d’amore

I migliori anni della carriera Rivolta li ha vissuti dal 2015 in poi, soprattutto dopo che Marco Pedoja è diventato il suo allenatore e un altro grande talento come Nicolò Martinenghi suo compagno di allenamenti.

Tra il 2015 e il 2017 è salito per tre volte sul podio agli Europei da 25 metri, presenziando a tutti gli eventi internazionali più prestigiosi.

Nel 2021 la vittoria nei 100 metri farfalla ai Mondiali in vasca corta di Abu Dhabi, dove ottenne un oro anche nella 4×100 mista, un bronzo nei 50 farfalla e un altro terzo posto nella 4×50 mista.

Il 2022 è stato poi l’anno della vittoria degli Europei a Roma nella 4×100 mista e delle due medaglie in vasca corta ai Mondiali di Melbourne.

Tutto ciò, prima del grave infortunio in Romania.

“Le sventure che ho vissuto quest’ultimo anno non sono mera fatalità, ma sintomi di un disagio interno. Mi guardo indietro e vedo un ragazzo esigente, critico, da sempre il più grande avversario di se stesso, ma col sorriso di chi sogna ad occhi aperti. Per questo ho mancato molte occasioni e ne ho colte altre. Ho imparato a soffrire, a gioire, a conoscere la sconfitta e vivere la vittoria. Ho conosciuto persone che mi hanno cambiato la vita, che hanno creduto in me più di quanto abbia fatto io stesso. Ho imparato ad amare. Ho appreso molto da più grandi e ancor di più dai giovani… a voi auguro di essere dei modelli di riferimento autentici, diffidate da chi si incorona da sé, gli uomini veri brillano di umiltà. Grazie a mamma e papà, alla mia famiglia tutta, agli amici di una vita, a chi mi ha amato, ai compagni, agli allenatori, ai medici e terapisti, ai dirigenti, a chiunque mi abbia accompagnato in questo viaggio. Grazie a voi tutti per avermi aiutato a diventare l’uomo che orgogliosamente sono oggi. Dream Big…”.

Si conclude così il messaggio che Matteo Rivolta ha deciso di affidare ai social e nel quale ha tenuto a ringraziare tutte le persone che, in un modo o nell’altro, lo hanno aiutato nel corso della sua gloriosa carriera.

Indimenticabile resterà soprattutto il già citato trionfo con la staffetta agli Europei di Roma del 2022, appuntamento che ha visto Rivolta protagonista di una straordinaria frazione, indispensabile per portare l’Italia alla conquista della medaglia d’oro.

Il sogno era quello di ripetersi anche quest’anno ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, ma purtroppo così non sarà.

Rivolta dovrà infatti limitarsi a fare il tifo da casa, sperando che amici e colleghi possano portare ancora una volta l’Italia sul gradino più alto del podio nella disciplina.

Lo farà sicuramente con un po’ di malinconia, ma anche con tanto orgoglio.

Quello di chi sa di aver dato tutto e di averci provato fino alla fine.

D’altronde, è caratteristica dei grandi campioni non mollare finché corpo e mente sono al top, ma anche di sapere quando è il momento giusto per fermarsi e godersi i successi ottenuti.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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