Corsa nel fango, pareti da scalare, barriere da superare, senza restare intrappolati in qualche rete o cadere in qualche fosso.
Queste sono solo alcune delle azioni che aiutano a capire cosa sia l’Obstacles Course Race, una disciplina sportiva che presto potrebbe essere inserita nel programma olimpico.
Si tratta della “corsa a ostacoli”, per intenderci, e nel 2028 questo particolarissimo sport potrebbe diventare parte del pentathlon moderno. A Los Angeles.
L’Obstacles Course Race consiste in una vera e propria corsa a ostacoli, attraverso un tracciato prestabilito e allestito appositamente per lo svolgimento dell’evento.
Solitamente le gare si svolgono su circuiti sterrati o all’interno di boschi e prevedono il superamento da parte degli atleti di corsi d’acqua e, soprattutto, di numerosi ostacoli sia naturali che artificiali.
Per arrivare al traguardo, ogni partecipante a queste corse a ostacoli deve destreggiarsi tra prove di abilità, velocità e resistenza, dimostrando di possedere corsa, forza e tanto atletismo.
Muri da scalare con l’ausilio di una corda, fiumi da guadare, terreni di fango nei quali cercare di non sprofondare.
All’interno di una Obstacles Course Race si può trovare davvero di tutto e il divertimento sia per gli atleti che per gli spettatori è sempre assicurato.
Creata inizialmente con il solo scopo di intrattenere, questa disciplina è cresciuta rapidamente negli anni, diventando sempre più competitiva e praticata, tanto da sognare ora un futuro debutto alle Olimpiadi.
La Obstacles Course Race potrebbe diventare una nuova disciplina olimpica a partire dal 2028, quando i Giochi Estivi faranno tappa negli Stati Uniti d’America, a Los Angeles.
Stando a quanto diffuso negli scorsi mesi dalla ASD FIOCR, Federazione Italiana OCR, la corsa a ostacoli è stata, infatti, selezionata dall’Union Internationale de Pentathlon Moderne per una fase di test e potrebbe presto diventare un nuovo sport all’interno del programma olimpico di pentathlon moderno.
Molto costosa e sempre meno attrattiva per gli spettatori, l’equitazione perderà, infatti, il suo posto alle Olimpiadi e il suo spazio potrebbe essere preso proprio dalla Obstacles Course Race, considerata molto più accattivante, avvincente e spettacolare.
La storica gara multidisciplinare dei Giochi Olimpici andrebbe così a comprendere la scherma, il nuoto, la corsa campestre, il tiro a segno e proprio la corsa a ostacoli (e non più l’equitazione).
Un test è già stato fatto a livello giovanile e, ora, il prossimo grande obiettivo è quello di portare la corsa a ostacoli al debutto nelle Olimpiadi di Los Angeles del 2028, dove la Obstacles Course Race potrebbe presentare anche un nuovo formato.
Per rendere questa particolarissima corsa ancora più emozionante, gli organi competenti stanno sviluppando un tipo di gara sprint.
Percorso su una distanza breve, caratterizzato da corse rapide e da un numero fisso di ostacoli da superare, con un’alternanza di prove d’equilibrio e in sospensione.
Un tracciato da percorrere in meno di un minuto. Perfetto a livello televisivo.
In Italia la Obstacles Course Race ha iniziato muovere i suoi primi passi circa dieci anni fa e in poco tempo è riuscita a diventare una disciplina dal discreto successo.
Oggi il movimento italiano può contare, infatti, su 65 società e oltre un migliaio di agonisti.
Alle varie gare che si organizzano nelle diverse regioni si presentano, però, spesso più di 50.000 persone, tra professionisti e appassionati.
C’è una Federazione Italiana, è stato creato un Campionato Italiano e nel tempo si sono disputate anche gare dei Campionati Europei e dei Mondiali.
Negli ultimi dieci anni la FIOCR ha anche formato giudici, istruttori e campi di allenamento in varie zone d’Italia, riuscendo così a creare nel tempo un movimento sempre più professionale.
La gara più famosa di corsa a ostacoli in Italia resta, poi, la Inferno Run, pronta a compiere esattamente tra un mese i dieci anni dalla sua prima edizione.
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