In questo momento sembra impossibile per Novak Djokovic perdere una partita a Wimbledon. Il serbo si è ripreso da una brutta partenza contro Andrey Rublev nei quarti di finale, battendo il russo 4-6, 6-1, 6-4 e 6-3 nella sua 400esima partita del Grande Slam. Solo Serena Williams (419) e Roger Federer (429) hanno giocato e vinto più di lui.
I numeri sono numeri
Djokovic storicamente non ama le statistiche ma comunque le osserva. Del resto, per sua stessa ammissione, i numeri sono solo numeri, anche se durante i tornei non gli piace pensare molto alle 33 vittorie consecutive all’All England Club che gli hanno permesso di superare Pete Sampras. Nel frattempo, in attesa della semifinale contro Sinner, sono già 46 le semifinali del Grande Slam per Nole in carriera, eguagliando Roger Federer, il giocatore che ne ha di più in assoluto. Anche in questa edizione Novak Djokovic, campione delle ultime quattro edizioni, è il favorito e il grande rivale da battere. Anche perché, oltre ad avere una classe pressoché infinita e una varietà di gioco e soluzioni capaci di adattarsi e di superare qualsiasi avversario, ha anche una ulteriore freccia al suo arco: la freddezza nei momenti che contano.
Il tie break, una ulteriore arma in più
Nel momento in cui il polso dei tennisti potrebbe tremare di più, Novak tende a tirare fuori il suo miglior tennis per prendersi i punti per portarsi a casa il set e la partita. L’importanza di tenere i nervi saldi, in uno sport come il tennis, è fondamentale. E il campione serbo, in questa ottica, non teme alcun confronto. Ha vinto gli ultimi 14 tie-break che ha giocato in un torneo importante: da Grand Slam, per capirsi. Tre all’Australian Open, sei al Roland Garros e gli ultimi cinque a Wimbledon. A Melbourne, Djojkovic ha avuto la meglio contro Dimitrov (9-7) e due volte contro Tsitsipas (7-4 e 7-5). Al Roland Garros, sulla terra rossa, una superficie che non è esattamente aderente alle sue caratteristiche, ha sofferto un po’ prima di avere la meglio in alcuni match ma nei momenti decisivi non ha mai sbagliato. Prima contro Kovacevic (7-1), poi è stato il turno di Fucsovics (7-2) e Davidovich (7-4 e 7-5), quindi il 7-0 rifilato a Kachanov e infine il 7-1 a Ruud. Anche Wimbledon non è sfuggito alla legge del tie break di Djokovic che lo scorso anno è riuscito ad avere la meglio contro Cachin (7-4) quindi sono caduti Thompson (7-4), Wawrinka (7-5) e Hurkacz (8-6, 8-6). Insomma Sinner è avvisato: per tentare la scalata quasi impossibile, meglio evitare vie troppo lunghe…