La Ginnastica artistica è uno sport faticoso ma affascinante per chi lo vede, mentre per chi lo pratica può diventare una vera e propria storia d’amore che non finirà mai. Un esempio perfetto che rappresenta l’amore e la passione di un atleta è quello di Oksana Chusovitina, ginnasta uzbeka, che è diventata una leggenda in questa disciplina.
Nasce a Tashkent, in Uzbekistan, il 19 giugno del 1975. A soli sette anni inizia ad affacciarsi al mondo della ginnastica artistica, rappresentando però l’URSS fino al 1991. Fin da subito dimostra di avere delle grandi potenzialità e riesce a conquistare il titolo Junior ai campionati Nazionali. A partire dagli anni Novanta, Oksana, è stata un punto di riferimento per la formazione di ginnastica artistica sovietica che ha iniziato a conquistare i primi successi. Il 1992 è un anno importante per la sua carriera: ai Mondiali di Parigi partecipa con la Comunità degli Stati Indipendenti e si porta a casa l’argento nel volteggio e l’oro nel corpo libero. Poi, ecco che arriva la convocazione per le prime Olimpiadi, quelle di Barcellona. Qui, con la squadra unificata sovietica si prende l’oro a squadre e il settimo posto nel corpo libero.
Con lo scioglimento dell’URSS la Chusovitina deve rientrare in patria e inizia a gareggiare per la sua patria d’origine. La difficoltà della ginnastica nel rientrare in Uzbekistan è data dal fatto che le strutture esistenti non erano adeguate per affrontare una preparazione e gli allenamenti di una ginnasta professionista. Nonostante qualche piccolo intoppo durato fino al 2006, Oksana riesce comunque a rimanere competitiva e partecipa ad Atlanta 1996, Sydney 2000 e Atene 2004, ben tre Giochi Olimpici. Dal 1993 al 2006, quindi gareggia con la nazionale uzbeka e si porta a casa oltre 70 medaglie diventando l’atleta più medagliata della nazione. Dopo essersi sposata e dopo aver messo in “disparte” la ginnastica per mettere su famiglia, la Chusovitina ritorna a gareggiare. Questa volta, però, con la Germania (con cui gareggia fino al 2012) per permettere a suo figlio Alisher di curare una leucemia. Ecco che nel 2008 torna a calcare il suolo olimpico, questa volta a Pechino. Qui arriva una medaglia importante: l’argento nella sua specialità, cioè il volteggio.
Nel 2016 partecipa alle Olimpiadi di Rio de Janeiro e accede, ancora una volta, alla finale al volteggio. Poi, il grande record: quello della ginnasta più anziana nella storia dei Giochi Olimpici. Infatti a Tokyo 2020, all’età di 46 anni disputa la sua ottava Olimpiade.
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