Il rapporto non ha lo scopo di fare una classifica tra le tre candidature ma dalle 110 pagine emergono osservazioni e dati che potranno avere un loro peso nell’indirizzare le scelte della famiglia olimpica. Forse, anche se per meno di una incollatura, ad uscirne meglio è Tokyo; “il Giappone è la terza economia mondiale”, si legge nella relazione, “e nel periodo tra il 2013 e il 2016 secondo gli economisti potrà crescere tra l’1% e il 2% all’anno. Dopo il terremoto e lo tsunami del 2011, numerosi studi sono stati intrapresi da esperti del settore per valutare i possibili rischi per l’area di Tokyo. Tali ricerche hanno mostrato che la topografia e la forma della baia sono in grado di ridurre significativamente i possibili impatti di uno tsunami”. Bomba ambientale disinnescata, quindi, anche se potrebbe esserci qualche problemi con alcuni impianti: “i tre impianti storici, eredità dei Giochi del 1964, che Tokyo propone per il judo, il tennis tavolo e il pugilato potrebbero creare problemi logistici per lo spazio limitato che li circonda”.
Istanbul, e non si era ancora assistito alle recenti manifestazioni, dal canto suo presenta problemi legati alla sicurezza e all’inflazione. Nel rapporto si legge “la Tuchia confina con la Siria fatto che ha comportato l’arrivo di migliaia di rifugiati a causa della guerra civile. Il conflitto in Siria rappresenta un rischio per la sicurezza sebbene i possibili impatti colpiscano soprattutto l’area sudorientale del paese”. La candidatura turca non se la passa bene neanche dal punto di vista economico: “l’investimento richiesto al governo è significativo e costituisce un piano ambizioso per il miglioramento infrastrutturale della città. Sebbene molti investimenti siano già iniziati indipendentemente dalla assegnazione dei Giochi, il livello degli investimenti futuri molto dipenderà dai risultati dell’economia turca”.
L’aspetto economico non preoccupa la commissione di valutazione nel caso di Madrid che “gode dei benefici di investimenti importanti già intrapresi nell’infrastruttura cittadina e richiede minimi capitali addizonali. La commissione”, si legge, “crede che il livello di rischio finanziario dovrebbe essere gestibile nei prossimi sette anni dall’economia spagnola tenendo anche conto delle garanzie offerte dal governo”. Un picco appunto viene sollevato su un paio di impianti previsti nel centro cittadino che potrebbero creare dei problemi nella loro trasformazione in location olimpiche.
La Commissione, infine, solleva due problemi formali per la presenza nei dossier di Istanbul e Tokyo di somme offerte al di là dei requisiti del CIO; Istanbul presentava 250 milioni di dollari in un non meglio specificato “fondo per l’innovazione” controllato dal Primo Ministro ora corretti in fondo per l’eredità olimpica. Tokyo ha offerto di coprire i costi per la spedizione di merci di tutti i comitati olimpici ma è stata obbligata a cancellare dal suo dossier questa proposta.
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