A Parigi le Olimpiadi stanno per iniziare e la capitale francese punta a renderle i Giochi più eco-sostenibili di sempre. Tuttavia, organizzare un evento di tale portata, che richiama atleti e spettatori da tutto il mondo, ha inevitabilmente un impatto ambientale, dovuto alle emissioni per il funzionamento e il raffreddamento degli impianti, oltre che per il trasporto e l’alloggio dei turisti.
Nonostante ciò, gli organizzatori garantiscono che le Olimpiadi 2024 non danneggeranno l’ambiente e, anzi, avranno un impatto positivo sul clima. Sarà davvero così?
Olimpiadi 2024 a Parigi: quale sarà l’impatto ambientale?
La promessa sarebbe quella di ridurre le emissioni di gas inquinanti della metà rispetto alle precedenti edizioni, risparmiando così l’equivalente delle emissioni di 1,4 milioni di passeggeri che volano da Parigi a New York.
L’obiettivo è alimentare le sedi delle competizioni esclusivamente con energia solare ed eolica, evitando l’uso di 150 taniche di benzina al giorno. Il programma è ambizioso: alcuni dubitano che sarà rispettato, altri pensano che non sia sufficiente.
Secondo questi ultimi, qualsiasi grande evento ha un impatto: sarebbe meglio distribuire le competizioni olimpiche in varie città del mondo o addirittura evitare di organizzarle del tutto.
Per evitare la costruzione di nuove strutture in cemento, quasi tutte le competizioni si svolgeranno in edifici già esistenti. Ad esempio, i campionati di scherma si terranno al Grand Palais, un padiglione costruito per l’Esposizione Universale del 1900, mentre gli Champs Elysées ospiteranno la pista ciclistica.
Il campo di beach volley sarà allestito nel giardino pubblico del Champ de Mars e il parco della Reggia di Versailles sarà lo scenario per le gare di equitazione.
L’unica nuova costruzione è il villaggio degli atleti, dove soggiorneranno 14.000 sportivi provenienti da tutto il mondo. Questo villaggio è stato realizzato con pannelli solari, un sistema di recupero delle acque reflue e un isolamento che facilita il riscaldamento e il raffreddamento delle stanze. Dopo le Olimpiadi, si trasformerà in un moderno quartiere residenziale e commerciale.
La maggior parte di panchine, sedie, tavoli, armadietti e tabelloni utilizzati nelle 40 sedi delle gare olimpiche è stata presa in prestito anziché acquistata.
Lo stesso approccio è stato adottato per tre quarti delle attrezzature sportive, noleggiate dalle diverse federazioni atletiche, e per i dispositivi elettronici come schermi, computer e stampanti. Il riciclo è al centro di molte altre iniziative delle Olimpiadi di Parigi.
Ad esempio, stand e tendoni utilizzati per distribuire informazioni ai partecipanti avranno una seconda vita dopo i Giochi.
Inoltre, non saranno ammesse bottigliette usa e getta: tutti dovranno riempire le proprie borracce alle fontanelle appositamente installate. Tuttavia, nonostante queste buone idee, alcuni degli sponsor dell’evento non mostrano sempre la stessa attenzione verso l’ambiente.
La sindaca di Parigi ha voluto che ogni sede olimpica fosse accessibile in bicicletta, creando 60 chilometri di nuove piste ciclabili. Chi non utilizza la bicicletta può spostarsi con treni, autobus e metropolitana, anche se potrebbe non essere sufficiente per gestire la folla.
Gli atleti si muoveranno con veicoli elettrici, ma non è stata trovata una soluzione per l’inquinamento causato dagli aerei che trasporteranno a Parigi 15 milioni di visitatori. Di certo, non sarà possibile raggiungere in bici Tahiti, l’isola della Polinesia francese dove si svolgeranno le gare di surf.
Si prevede che nel villaggio di Teahupo’o atterreranno 1.300 persone, ospitate in case smontabili ispirate alle abitazioni tradizionali, che poi verranno lasciate ai residenti.
Gli abitanti, però, non sono molto soddisfatti, soprattutto per la torre in alluminio per giudici e fotografi, che ha fondamenta in cemento ancorate alla barriera corallina.