Tante le polemiche per alcuni scelte arbitrali discutibili. Ora la delusione va trasformata in voglia di rivalsa per continuare a vincere medaglie
Non è stata una giornata meravigliosa quella di domenica 28 luglio, per i colori italiani, a Parigi 2024. È grandissima la rabbia di Giovanni Malagò, presidente del Coni, al di là ovviamente della felicità per la prima medaglia d’oro, arrivata grazie alla splendida e meravigliosa performance di Nicolò Martinenghi nei 100 rana, 24 anni dopo il trionfo di Domenico Fioravanti. In molti si aspettavano medaglie da scherma e judo, ma sono rimasti delusi. I ranking e le vittorie nelle tappe di Coppa del Mondo, che proiettavano le azzurre in vetta ai pronostici, sono saltati per aria nel giorno più importante. Ma molte sono le protese per alcune discutibili decisioni arbitrali, che hanno coinvolto soprattutto la judoka Odette Giuffrida.
Ma andiamo con ordine. Nel fioretto le azzurre sono arrivate ai quarti, ma lì qualcosa si è inceppato: la sola Alice Volpi è stata capace di approdare alla semifinale, mentre quasi in contemporanea è arrivata l’eliminazione all’ultima stoccata di Arianna Errigo e Martina Favaretto. Le ultime stoccate sono state contestate (“Non sarei dovuta arrivare al 14-14. Con una decisione affidata all’arbitro ti espone a questo risultato”, ha detto Errigo), ma poi la rabbia si è estesa anche al judo, con l’eliminazione di Odette Giuffrida per tre sanzioni in semifinale, e boxe, con Abbes fuori al primo turno. E tante sono state le polemiche: “Siamo rimasti perplessi di fronte alle decisioni arbitrali. Ma la cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale che ha perso Giuffrida l’hanno rimandato per la finale del terzo posto. Un dato assolutamente anomalo, che credo che si commenti da solo. Onestamente dire che fa riflettere è dire poco”, le parole roventi di Malagò.
È rimasta la grande delusione di Giuffrida: “L’arbitraggio? Anche nella finale l’ultimo shido (la penalità, ndr) era dubbio. Con questo arbitro un giorno prenderò un caffè e le chiederò che problemi ha con me. Va avanti da tanto. Quando vedo che sale lei, già so che devo fare qualcosa in più di quello che basterebbe. Non ha molta simpatia per me”. Il riferimento della judoka azzurra è all’arbitraggio della romena Rou Babiuc in semifinale e finale terzo posto. “Non so cosa dire, è ancora tutto troppo fresco. Mi sto ripetendo che ho dato tutto. Sicuramente il Signore vuole mostrarmi qualcosa. Mi dispiace perché ci credevo. Non mi piace dare la colpa agli arbitri, ma meritavo di più”.
Naturalmente la storia olimpica è purtroppo piena di questi episodi che hanno ferito lo sport italiano e i suoi protagonisti. In tanti si ricordano i sogni spezzati nel pugilato. Da Angelo Musone a Los Angeles 1984 (contro lo statunitense Henry Tillman), a Vincenzo Nardiello a Seul 1988 contro il sudcoreano Park-Si-hun, fino a Roberto Cammarelle a Londra 2012 contro il britannico Anthony Joshua. Ma una tripla polemica, in tre sport differenti, come quella di ieri è una novità assoluta. Anche perché non coinvolge atleti di casa, visto che Odette Giuffrida è stata battuta da una kosovara, Arianna Errigo da una statunitense e Abbes da un uzbeko.
Resta naturalmente la rabbia, che ora – soprattutto per la prova a squadre delle fiorettiste – va trasformata in agonismo puro e voglia di rivalsa per riconquistare un oro in una specialità nella quale negli anni abbiamo vinto tante ma tante medaglie. L’ultima a Tokyo 2020 con il bronzo.
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