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Parigi 2024, Malagò: “Tamberi febbricitante ma temperamento è da leone”

Calcoli renali per il nostro portabandiera di questi Giochi Olimpici. Tamberi dovrebbe partire oggi per la Francia e punta al secondo oro di fila nel salto in alto

Per Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo 2020 e nostro portabandiera a Parigi (ha perso pure la fede nuziale, scivolata nella Senna), c’è un altro ostacolo da superare per l’uomo. Lui che ha messo nel mirino il secondo oro olimpico di fila. Ieri sui social ha dato la triste notizia: “Incredibile. Non può essere vero. Ieri ho avvertito una fitta lancinante ad un fianco. Pronto soccorso, Tac, ecografia, analisi del sangue. Probabile calcolo renale”. Un intoppo grave sulla strada dell’Olimpiade del portabandiera dell’Italia, ancora una volta costretto a una disperata rincorsa contro il tempo. “A tre giorni dalla gara per cui ho sacrificato tutto quanto, sono sdraiato a letto, impotente, con 38,8 di febbre”. A corredo del post, la foto di Gimbo ridotto in uno stato di magrezza estrema, quasi allarmante, con la mascherina e una flebo nel braccio. Dimesso dal Pronto soccorso, Tamberi si è messo a riposo nella sua stanza al centro tecnico federale di Formia.

Partenza rinviata

Naturalmente la partenza per Parigi è stata posticipata di un giorno (avverrà oggi, salvo complicazioni). “Avrei dovuto cominciare il mio percorso verso questo grande sogno invece sono stato consigliato di posticipare il viaggio nella speranza che, con un po’ di riposo, questo incubo finisca”, si legge ancora. Poi la preghiera: “Non mi resta che aspettare e pregare. Non mi merito tutto questo, ho fatto di tutto per questa Olimpiade. Una cosa sola è certa: non so come ci arriverò, ma io su quella pedana ci salirò e darò l’anima fino all’ultimo salto, qualsiasi sarà la mia condizione. Lo giuro a me stesso”.

Si è preoccupato per lui anche Gregorio Paltrinieri, bronzo negli 800 stile libero e argento nei 1.500 stile libero (atteso nella 10 chilometri di fondo): “Non pensavo stesse così male, gli vorrei dire che niente lo può fermare”. E fa una smorfia di sgomento quando guarda la foto di Tamberi sui social: “Mi avevano detto che Gimbo stava male, ma pensavo un po’ di febbre come me, non così tanto. Gli scriverò subito. Quello che posso dire è che sono andato all’Olimpiade con la mononucleosi, oggi ho gareggiato avendo la febbre ma se hai un fuoco dentro che arde queste cose non ti possono fermare. Adesso non conosco la gravità della situazione ma vorrei dirgli questo, che nulla lo può fermare”.

Le parole di Giovanni Malagò

Sulla questione, a Casa Italia, è intervenuto anche Giovanni Malagò, presidente del Coni: “Ci ho parlato, ha avuto questa colica renale. Non è una bella cosa averla il 4 notte con la gara programmata per il 7. Domani prende l’aereo e arriva. Non è sicuramente qualcosa da augurare a qualcuno. Ho sentito Gimbo, il temperamento è sempre quello da leoni, speriamo di vincere anche questa situazione”, le sue parole in un momento davvero molto difficile.

Poi è tempo di fare i primi bilanci, a una settimana dalla fine delle Olimpiadi di Parigi. Al momento, l’Italia ha conquistato 22 medaglie (sette ori, 10 argenti e cinque bronzi) ed è ottava nel medagliere: “Sono tutte gioie pazzesche e indescrivibili. Poi c’è anche qualche dispiacere, ma questo è lo sport. Come dico sempre, bisogna cercare di essere competitivi in più discipline così da compensare con altro quando le medaglie previste non arrivano. Ed è un po’ il caso del tennis con l’atletica. La parola sconfitta, ne abbiamo parlato in questi giorni, rientra in un discorso di cultura sportiva che noi disconosciamo. Come fai a dire che una persona è sconfitta quando ha fatto la migliore gara della sua vita e non è andata a medaglia. L’importante è essere competitivi in più discipline e lo stiamo facendo”.

Gianmarco Tamberi | ansa @Instagram Tamberi

Il discorso sulle medaglie

Infine: “Fino adesso molto bene nelle medaglie pesanti, oro e argento. In assoluto qualcosa meno, ma d’altronde quando hai il record di proporzione su tutte le nazioni per il numero dei quarti posti. Quando vai a giocare per il terzo-quarto, fa parte dello sport. I conti li facciamo alla fine, questo è poco ma sicuro. Due medaglie storiche del tennis? Eh sì, dopo 100 anni. Bene, complimenti al tennis e siamo felici di questo. Come detto, il tennis doveva compensare qualcosa come l’atletica che non ha ancora portato a casa nulla o altre discipline”, ha concluso a Casa Italia Giovanni Malagò.

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