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Parigi 2024, occhio al clima: le medaglie si vincono così…

Parigi 2024 è molto più vicina di quanto sembri. E in vista della prossima estate, considerato anche quanto accaduto in quella appena trascorsa, in tanti si stanno interrogando su quanto e come inciderà il clima. In questo senso, il CONI vuole farsi trovare pronto.

Analisi bio-climatica Parigi 2024

Al Comitato Olimpico Nazionale Italiano non si lascia niente di intentato pur di migliorare le quaranta medaglie conquistate a Tokyo. Dunque, le prime risposte sono arrivate dal Seminario “Analisi Bio-Climatica Parigi 2024”, a cura dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI, che ha fornito ai responsabili tecnici delle squadre azzurre uno studio dettagliato per garantire la migliore performance legata alla partecipazione italiana alla XXXIII edizione dei Giochi Olimpici estivi. L’incontro ha tracciato una potenziale panoramica su quella che potrebbe essere l’evoluzione del clima, fattore decisivo per chi si gioca medaglie in pochi centesimi, in un fazzoletto di campo o un bacino d’acqua. Il primo, sommario giudizio scaturito dai numeri è quello di un’area a forte variabilità che si traduce in una competizione con condizioni molto differenti a seconda delle ore in cui si disputeranno le gare.

L’idea: restare in Italia e occhio allo sbalzo termico

 

L’analisi climatologica di Parigi è stata effettuata sulla base dei dati meteorologici simulati dal modello CALMET, analizzando quanto accaduto dal 2013 al 2022 in quello che sarà il periodo olimpico (19 luglio-18 agosto). Partendo da quei dati, si è arrivati a un database virtuale per tutte le ore della giornata. I risultati? L’area di Parigi è a fortissima variabilità, molto elevata rispetto alla media. Le temperature medie del Villaggio Olimpico, situato a Nord della Capitale, saranno relativamente basse al mattino (16-17 gradi), con il massimo verso le 16-17 del pomeriggio, sui 24-25 gradi. Ecco perché l’idea comune è restare fino all’ultimo momento disponibile in Italia per poi trasferirsi a Parigi con un quadro ben chiaro, legato allo sbalzo termico nel Villaggio Olimpico e nei luoghi deputati agli allenamenti. Le tecnologie utilizzate non prevedono l’utilizzo dell’aria condizionata, ma una canalizzazione permanente dell’aria.

Il prossimo passo: studiare le zone deputate alle gare

Immagine | Epa

Il prossimo passo da affrontare si lega allo specifico delle diverse sedi di gara. L’idea è di uno studio particolarmente approfondito di singole macro aree deputate a ospitare le discipline lontano dallo Stadio Olimpico. Dunque, sopralluoghi a partire dallo Stadio Nautico della Marna per proseguire con le zone de Les Invalides, La Chapelle Arena, Elancourt Hill, Roland Garros e Versailles. Visite mirate a fornire informazioni ai responsabili tecnici delle discipline impegnate nelle aree oggetto di studio.

 

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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