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Calcio

Paul Gascoigne, chi è l’ex fuoriclasse inglese che combatte con i demoni

È stato uno dei più grandi fuoriclasse del calcio inglese e non solo, ma ha avuto una vita troppo spericolata. Il suo nome è noto a tutti: Paul Gascoigne. In Italia ha giocato nella Lazio nel triennio1992-1995 ed è stato in diverse occasioni a un passo dal baratro. Ha lottato contro la morte e oggi a quasi 57 anni, che compirà il 27 maggio, ripercorre le tappe della sua vita. Il titolo del documentario è esplicativo: “Gazza vs Paul”. Proprio a sottolineare la lotta interiore dell’ex centrocampista. Ma i demoni ci sono sempre: “Continuo a combattere contro l’alcolismo frequentando gli alcolisti anonimi, e vivo a casa del mio agente. Se voglio che sia una brutta giornata? Vado al pub. Altrimenti prendo la canna e vado a pescare e so che sarà una bella giornata”, ha detto.

Striscione per Gascoigne | ansa @Maurizio Brambatti

È il suo modo di vivere, ormai, la quotidianità. Ha spesso avuto l’alcool come compagno di vita, con il quale ha imparato a convivere: “Prima ero un ubriaco felice ma ora non lo sono, sono un ubriaco triste. Non esco a bere, bevo a casa. Non per un motivo preciso, solo se mi va. Se ho deluso qualcuno? Solo me stesso, dopotutto nemmeno io mi conosco del tutto…”. Gascoigne ha avuto anche enormi slanci di generosità: “Ho tante cose dentro, cose che dovrei condividere ma che ho paura di condividere con le persone. Sono orgoglioso di ciò che ho dato alle persone in tutti gli anni, ho anche donato quasi un milione di sterline a 10 diversi enti di beneficenza, senza che nessuno lo sapesse. E non mi sono mai arreso, non lo farò mai: penso che il momento nel quale mi arrenderò sarà quando sarò in una bara”, ha concluso.

Vita spericolata

Ma prima di arrivare a questo punto, è stato prima un autentico campione del calcio mondiale, appunto. Uno degli eroi dell’Inghilterra nella cavalcata fino in semifinale degli Europei di casa del 1996. Con tanto di gol straordinariamente bello nella fase a gironi contro la Scozia. Però, è stato un campione folle, nel senso più puro del termine, un fuoriclasse che sul rettangolo verde riusciva a sì a ritrovare la gioia, ma che poi gettava via. Ha sofferto fin da bambino: aveva appena 10 anni quando vede il fratellino del suo migliore amico venire investito da un’auto. Fu il primo a soccorrerlo e a rendersi conto della gravità dell’accaduto. Il piccolo Steven è morto tra le sue braccia e lui provò un dolore enorme, un qualcosa che non aveva mai avvertito prima. Sarà il primo di una lunga serie di brutti colpi che la vita gli riserverà. Ma sarà il calcio a cercare di fargli dimenticare tutto questo. Ne ha provati così tanti, che sembra di aver attraversato diverse esistenze nell’arco di pochi decenni.

L’inizio

È stato Jack Charlton a scoprirlo. Quando nel 1984 diventa l’allenatore del Newcastle e vede per la prima volta “Gazza”, questo è il suo soprannome, con un pallone tra i piedi, capisce subito che quel ragazzo è diverso dagli altri “Nelle giovanili non giocavo mai, tornavo a casa e mi riempivo di bibite gasate e fish and chips. Fu lui a chiedermi se potessimo parlare. Mi disse ‘Non puoi avere la pancia a 17 anni, hai due settimane per perdere peso’. Mi faceva pesare ogni giorno. In un mese sono passato dalla panchina all’essere il capitano della squadra. Un giorno poi mi chiese quali programmi avessi per il sabato e io gli risposi che sarei rimasto a casa. Lui mi guardò e disse ‘No, tu sabato prossimo giochi in prima squadra’. È così che è iniziato tutto”, ha raccontato in passato Gascoigne. Gioca tre anni al Newcastle, quattro al Tottenham e nel 1992 sbarca alla Lazio. Ha fatto innamorare la Capitale a tinte biancocelesti, ma i suoi demoni, appunto, non lo abbandoneranno mai. È un ragazzo che ha conquista tutti con la sua simpatia e le sue eccessive (assai) goliardie.

Paul Gascoigne | FOTO 3
epa @Lindsey Parnaby UK & IRELAND OUT

Alla Lazio diventa il giocatore più pagato della storia del club, oltre che il più famoso a livello globale. La società biancoceleste aveva allestito una squadra di valore assoluto, assicurandosi anche Cravero, Fuser, Winter e Signori, ma è chiaro che gli occhi sono tutti per lui. Il meno entusiasta è forse Dino Zoff, la persona forse più distante al mondo da Gascoigne. Sono gli anni nei quali inizia il periodo peggiore della vita. I ritardi negli allenamenti, gli infortuni, la spericolatezza. Lo daranno tutti per finito, ma risorge tantissime volte. Come agli Europei del 1996, con il gol già citato alla Scozia.

I guai

Giocherà anche nei Glasgow Rangers, nel Middlesbrough, nell’Everton, nel Burnley, in Cina e al Boston United. Ma ormai fa notizia più per le vicende extracalcistiche. Ha rischiato la vita più e più volte. Come quando il 10 febbraio 2013 è colto da una crisi cardio-respiratoria e le sue condizioni erano apparse subito gravi tanto da essere ricoverato d’urgenza in una costosa clinica per la riabilitazione dall’alcol in Arizona grazie al finanziamento di 7.500 sterline da parte di amici ed ex calciatori, tra i quali Gary Lineker. Era addirittura finito in coma. Ma guarito dalla malattia, ai suoi fan aveva detto: “Voglio tornare alla realtà, a differenza di George Best io voglio guarire”. Sono mesi frenetici. Il 7 aprile torna, acclamato dalla folla, allo stadio londinese di White Hart Lane, luogo che lo aveva visto protagonista prima dello sbarco alla Lazio.

A luglio era stato arrestato per aver aggredito l’ex moglie e una guardia di sicurezza presso una stazione ferroviaria e trascorre una notte in cella prima di essere rilasciato su cauzione. Insomma, tutti segnali di una vita al limite. È rientrato e uscito dall’ospedale centinaia di volte. E centinaia di volte ha detto che avrebbe fatto un’altra vita. Adesso a quasi 57 anni Gascoigne ha ammesso di lottare ancora con i demoni del passato. Si arrenderà soltanto quando non ci sarà più e, come dice lui, sarà in una bara. Nonostante questo, in tanti ricordano la sua classe e i colpi di genio che ha mostrato in campo. Buttando via la sua classe a tratti immensa.

Redazione Olympialab

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