Una notizia che ha distrutto Paul Pogba, centrocampista della Juventus. Il francese, infatti, è stato squalificato quattro anni per doping dal tribunale nazionale antidoping. È stata accolta, quindi, la richiesta della Procura. Riavvolgiamo il nastro su quanto accaduto: il giocatore era risultato positivo al testosterone dopo Udinese-Juventus del 20 agosto scorso, con le controanalisi che a ottobre avevano confermato la sua positività identificando nel Dhea la sostanza assunta dal giocatore. Beffa del destino: il francese non aveva giocato quella partita, restando in panchina fino al fischio finale. A quasi 31 anni (li compirà il 15 marzo), la carriera di Pogba sembra ormai destinata a finire qui. Se così fosse, il sipario calerebbe in maniera davvero molto brutta (e inaspettata) per il transalpino, campione del mondo a Russia 2018 con i Bleus di Didier Deschamps. Adesso il giocatore farà ricorso: i legali aspetteranno l’uscita delle motivazioni – che arriveranno entro 30 giorni – per presentarlo entro 20 giorni al Tribunale Arbitrale dello Sport, il Tas, di Losanna, in Svizzera.
Umore a terra
Come si può ben comprendere, non è dei migliori lo stato d’animo di Pogba: “Sono triste, scioccato e con il cuore spezzato perché tutto ciò che ho costruito nella mia carriera da giocatore professionista mi è stato portato via. Quando sarò libero dalle restrizioni legali l’intera storia diventerà chiara, ma non ho mai assunto consapevolmente o deliberatamente alcun integratore che violi le norme antidoping. Come atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato gli altri atleti e sostenitori di nessuna delle squadre con cui ho giocato o contro. In conseguenza della decisione presenterò ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport”, ha scritto sui propri profili social. Rientrato in bianconero nell’estate 2022, dopo la seconda avventura al Manchester United, il centrocampista aveva ammesso la sciocchezza già davanti ai dirigenti e allo staff medico della Juventus: “Ho preso questo integratore sulla cui confezione c’era proprio l’avvertimento per doping”, la sua spiegazione. Lo aveva fatto su consiglio di un medico di Miami, solo l’ultimo dei tanti “amici” che hanno influenzato la sua carriera negli ultimi tempi.
A cosa era risultato positivo?
Il referto di positività ufficiale parlava di “testosterone e suoi metaboliti”, ma la sostanza assunta dal francese risulta essere il Dhea ovvero il deidroepiandrosterone. Si tratta del cosiddetto “ormone della giovinezza”, un androgeno più potente e moderno del testosterone che l’Agenzia Mondiale Antidoping ha proibito da una decina di anni. Testosterone e Dhea producono gli stessi metaboliti, ma le controanalisi hanno permesso di distinguere (grazie all’identificazione degli atomi di carbonio) con precisione la sostanza dopante. Del ricorso è stato già detto, come ha comunicato lo stesso Pogba. Se verrà chiesta la procedura d’urgenza, in quattro mesi al massimo dovrebbe arrivare la sentenza finale, altrimenti i tempi giocoforza si allungheranno. Quali articoli avrebbe violato lo juventino? È accusato di aver violato gli articoli 2.1 e 2.2 del codice Wada. Inoltre, episodio da non sottovalutare, Pogba aveva rifiutato una richiesta di patteggiamento di due anni. Una scelta, molto probabilmente, sbagliata.
Come è cambiato il Codice Antidoping
In questa squalifica è stato applicato alla lettera il Codice Antidoping. Che parla chiaro: in sostanza, se un atleta positivo a una sostanza “pesante” non dimostra che l’assunzione della sostanza dopante è stata involontaria va squalificato per quattro anni. Da qui il perché della sentenza nei confronti del centrocampista della Juventus. Secondo alcune indiscrezioni trapelate attraverso i media, gli avvocati del calciatore hanno puntato su una strategia difensiva che in passato dava ottimi risultati: l’atleta non ha assunto un farmaco proibito ma, in vacanza e in fase di recupero da un infortunio, ha comprato un integratore per sviluppare la massa muscolare. Integratore, però, che aveva uno steroide come succede spesso nei prodotti confezionati negli Usa. Ma se fino al 2010 i 20 casi di positività al nandrolone in serie A avevano subito una squalifica media di cinque mesi, perché a Pogba sono stati inflitti quattro anni? È una squalifica che chiude, di fatto, la carriera del francese. La risposta è questa: come accade a tutti gli altri atleti esclusi quelli soggetti a tribunali internazionali come i ciclisti, i giocatori sono indagati da Nado Italia e giudicati dal Tna in modo uniforme. Inoltre, un professionista deve evitare “ogni rischio significativo che la sua condotta costituisca o produca una violazione” e non “manifestamente ignorare quel rischio”.
Aspetti economici
Ultimo punto, ma non di certo per importanza, è l’aspetto economico tra la Juventus e Pogba. Quando è rientrato a Torino dalla sua seconda avventura al Manchester United – era il luglio 2022 – il centrocampista francese era sbarcato a parametro zero firmando un contratto di quattro anni a 10 milioni di euro, bonus compresi. Il club degli Agnelli aveva potuto sfruttare i benefici del Decreto crescita, tenendo il costo azienda del suo contratto sui 12 milioni lordi circa. Solo che la seconda avventura in serie A di Pogba non è andata per niente bene. Anzi, è stato proprio un fallimento completo. È arrivato già in non perfette condizioni fisiche e tutto questo aveva creato imbarazzo e malumore alla Juventus. Su questa situazione la società non ha mai apprezzato come Pogba abbia gestito tutto questo. Il calciatore non ha mai voluto operarsi al menisco laterale, scontrandosi proprio con lo staff medico bianconero. Aveva optato per una terapia conservativa, restando fiducioso sui tempi di recupero.
Quanto risparmia la Juventus?
Mai scelta, invece, fu più sbagliata. Pogba ha saltato il Mondiale in Qatar nel novembre-dicembre 2022, torneo nel quale la sua Francia è arrivata seconda perdendo ai rigori in finale contro l’Argentina di Lionel Messi. L’infortunio si è protratto troppo e lui è sceso in campo soltanto 10 volte (sei le presenze in campionato). La stagione 2023-2024, quella in corso, è andata peggio con la positività e la squalifica. In attesa del ricorso, Pogba è stato messo a regime minimo di stipendio, a circa duemila euro al mese. Quindi, la Juventus in questo momento può risparmiare una bella somma. Ma se la squalifica fosse confermata cosa accadrebbe? Il club bianconeri si ritroverebbe nelle condizioni di richiedere la risoluzione dell’accordo. Con un risparmio vicino ai 33 milioni di euro complessivi.