La Premier League vorrebbe scatena una rivoluzione con la decisione di adottare una norma per competere con l’Arabia Saudita. Si tratta della Luxury Tax. Spiegando bene la situazione, i club d’Inghilterra starebbero considerando l’abolizione delle penalizzazioni in classifica e l’introduzione di questa norma in caso di violazioni delle regole di sostenibilità economico-finanziaria (il cosiddetto Fair Play Finanziario inglese). Tutto questo per non diventare sempre meno competitivi. Quindi, non ci sarebbero più casi come quelli che hanno colpito l’Everton (penalizzato di 10 punti poi ridotti a sei) e il Nottingham Forest (quattro punti di penalizzazione). A far preoccupare la Premier è stato il tranquillo mercato invernale di gennaio con i club che hanno speso poco per evitare sanzioni.
Ed è per questo che adesso i club stanno cercando di introdurre la norma della Luxury Tax, cercando di cambiare le regole. C’è grande preoccupazione d’Oltremanica che la Premier, per la “Profit and Sustainability Rules”, possa perdere il ruolo di miglior lega calcistica del mondo se non sarà in grado di attirare in Inghilterra i migliori giocatori. Quindi, c’è grande attesa per l’assemblea di giugno, quando sarà ultimata la stagione. I media britannici ritengono che 17 dei 20 club chiederanno di intraprendere la strada della grande rivoluzione. Perché la norma della Luxury Tax passi, deve essere votata almeno da 14 società. In sostanza, però, in cosa consiste? Chi spende troppo sarebbe sottoposto a sanzioni economiche che aumenterebbero all’aumentare delle spese. I soldi raccolti, che potrebbero arrivare a decine di milioni di sterline, verrebbero ridistribuiti ai club della Premier che rispettano le regole. O finirebbero in una sorta di fondo d’emergenza per aiutare i club della English Football League, la nostra serie C, in difficoltà finanziarie.
Attualmente una tassa di questo tipo è presente nella Major League Baseball (MLB) e nella National Basketball Association (NBA), le lege di baseball e di basket americane, e si riferisce all’importo speso per gli stipendi della squadra. Le altre due principali leghe sportive americane, la NFL e la National Hockey League (NHL), invece, hanno dei tetti salariali rigidi che i club non possono superare. Inoltre, i club della Premier vorrebbero portare avanti la discussione sul sistema di “ancoraggio”. È una forma di tetto salariale in cui l’importo che ogni club può spendere è direttamente correlato al monte ingaggi sostenuto dal club più povero. Quindi, se ad esempio lo Sheffield United finisse ultimo con un costo del salario annuo di 50 milioni di sterline, ogni club avrebbe un multiplo fisso di quella cifra da spendere per la stagione successiva. In caso di superamento della soglia, ci sarebbe una multa.
Certo, come si può ben comprendere, la situazione è alquanto complicata. Tradizionalmente i “Big Six”, entrambi i club di Manchester, Arsenal, Tottenham, Liverpool e Chelsea, tendevano a votare insieme. Tuttavia, ci sarebbe stata una sorta di piccola rivoluzione, con il Newcastle di proprietà saudita ora incluso in una specie di “Big Seven”. Si ritiene in ogni caso che delle regole per incoraggiare gli investimenti porterebbero a una lega più competitiva che aumenterebbe i livelli di interesse e tutelerebbe il futuro della Premier. Anche perché il pericolo saudita incombe su tutti.
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