CALCIO. A Rio de Janeiro stanno ridendo di gusto perché probabilmente non vedranno arrivare nessuno dalla vicina Argentina. A Rio de Janeiro, tuttavia, se la pigliano comunque con qualcuno (Neymar) che ha il dovere assoluto di vincere l’oro olimpico ai Giochi fatti in casa per mettere la toppa allo sfortunato mondiale del 2014. A Rio comunque ballano e cantano perché in questa nottata italiana si è disfatto il nemico numero uno: si è sciolta l’Argentina. Una serie di fatti concatenati ha portato a un terrificante terremoto che potrebbe avere ripercussioni gravissime sul torneo a Cinque Cerchi. L’ultima in ordine di tempo è il comunicato con il quale il Tata Martino ha gettato la spugna come ct della Seleccion dopo che, partendo da un listone di 57 calciatori da “visionare” in vista dell’impegno olimpico, non è riuscito a vedersi arrivare dei “si, vengo alle Olimpiadi” da più di 12 (peraltro scalzacani) fra i prescelti, il più famoso dei quali è il buon Vietto dell’Atletico Madrid. Tutti i media sportivi del mondo fanno girare la notizia dell’addio del Tata, sintetizzato dalla Federcalcio Argentina in questo tweet.
Comunicado de Gerardo Martino –> https://t.co/uCkcngZ7Hc
— AFA (@afa) 5 luglio 2016
A guardare la situazione in controluce, tuttavia, questo clamoroso addio dell’ex tecnico del Barcellona, ultimo gesto di una preparazione olimpica della quale non interessa a nessuno nel quartier generale dell’Afa (Associazione del Futbol d’Argentina), come sostiene il segretario allo sport Carlos Xavier Mc Allister, sembra essere solo l’ultimo mattone venuto giù dai pericolanti muri della casa del calcio di Buenos Aires. Per i colori della Seleccion, infatti, la crisi senza fine (in tutti i settori, a cominciare da quello finanziario) è scoppiata con la finale persa della Copa America Centenario, è continuata con l’addio di Messi ai colori della sua nazionale ed è proseguita con il vuoto di potere federale, di una federazione che il numero uno pro tempore Luis Miguel Segura non riesce a comandare. In questo vuoto pneumatico, dopo una riunione del consiglio federale che si è conclusa lo scorso 28/6 con un nulla di fatto e dovrebbe continuare il 10/7, è stato un giochetto, per i club che detengono i campionissimi “chiamabili” con le regole olimpiche, dire “no, ragazzi. I campioni non ve li diamo”. In questo modo e in questo rotolare di macerie, la Juventus si è tenuta stretta la Joia Paulo Dybala e l’Inter ha detto “manco per sogno” su Maurito Icardi. Ora resta un buco nel cuore del torneo olimpico che, secondo Gerardo Werthein, gran capo del comitato olimpico argentino, ci sono 50% di possibilità di non vedere riempito. C’è quindi la chance che i campioni a cinque cerchi del 2004 e del 2008 non siano al via del torneo 2016 e il tempo per capirlo sarà un soffio di 13 giorni visto che il termine ultimo per presentare la lista dei convocati olimpici è il 18 luglio. Poi c’è un altro problemino, Martino ha ricevuto un po’ di salari arretrati prima di partire per gli States, ma non veniva pagato da 8 mesi circa. Se si trasla poi la questione sui giocatori ecco perché son volati i “no grazie, non vengo” come se si trattasse del torneo dei Cral. Insomma, sotto la Fiamma olimpica brucia quel che resta dell’Argentina orfana di Messi, ma la disfatta ha radici ben lontane.