PUGILATO (Mersin). L’idea del ritiro lo accompagna già da un po’ di tempo: Roberto Cammarelle non si pone obiettivi a lungo termine e le Olimpiadi di Rio de Janeiro si allontanano. ”Sono sempre piu’ vicino all’idea di smettere”, dice il pugile brianzolo (ma con origini lucane), da Mersin, dove partecipa ai Giochi del Mediterraneo, “io l’età me la sento. Hanno cambiato i regolamenti, alzato i limiti di età. Togliendo il caschetto, gli anni passano più velocemente, ogni anno ne vale due. Londra per me era l’ultima Olimpiade”, aggiunge, “Valuterò anno per anno. Per ora mi va ancora di fare l’atleta, a gennaio non so. Faccio pugilato da 22 anni, il mio fisico è consumato. E’ la testa che mi porta avanti”.
Dopo le Olimpiadi di Londra 2012 e la parentesi dei campionati italiani, i Giochi del Mediterraneo di Mersin sono il primo appuntamento importante di Cammarelle (che stasera combatte in semifinale contro l’egiziano Madian Ahmed nella cat. +91 kg, con il bronzo già assicurato). ”E’ la mia terza partecipazione ai Giochi del Mediterraneo ho già vinto due medaglie – prosegue – a Pescara 2009 sono stato anche portabandiera. Sono venuto qui con l’obiettivo di vincere una medaglia dopo le tre medaglie olimpiche, le tre mondiali e le tre all’europeo, voglio fare tris anche qui: Non sono al 100 per cento, anzi direi che sono al 50 per cento ma sarà sufficiente per vincere. L’obiettivo minimo è centrato, ma Cammarelle deve sempre vincere. Poi se mi capita un turco in finale va bene lo stesso… Il problema io non me lo ero posto nemmeno a Londra, ma lì hanno deciso diversamente”.
”Non si può tornare indietro”, dice Cammarelle pensando a Londra, “La mia calma olimpica deriva dal fatto che in carriera ci sono state altre sconfitte che non meritavo, come i tre argenti agli Europei che in realtà erano delle vittorie. Non mi hanno mai regalato niente”. Tra un combattimento e l’altro Roberto Cammarelle pensa al suo futuro fuori dal ring: ”Voglio rimanere nell’ambito del pugilato ma non mi interessa fare l’allenatore. Piuttosto mi vedo meglio come dirigente. Mi piacerebbe creare una Super lega per le giovani speranze, che ora sono in una sorta di limbo. La tv? Ho gia’ fatto il commentatore, mi è piaciuto, altri tipi di esperienze invece non mi interessano”. Per Cammarelle il pugilato e’ e resta uno sport fatto di tecnica e non solo di potenza, per questo si dice convinto della sua scelta di non passare tra i professionisti. ”E’ stata la scelta migliore sotto il profilo tecnico perchè la boxe tra i prof si allontana dalla mia idea del pugilato. Vedete i combattimenti di Wladimir Klitschko (il campione del mondo WBO, IBF, IBO, WBA della categoria dei pesi massimi, la stessa di Cammarelle) – gli avversari puntano tutto sulla potenza e non sulla tecnica. Come me la caverei con lui? Nelle prime tre riprese per lui potrebbe essere molto dura, dopo sarebbe molto dura per me perchè adesso lui è superiore”.