La maratona, una delle gare più faticose di tutte le Olimpiadi, 42 chilometri che mettono a dura prova numerosi atleti che si sfidano nella gara che chiude, solitamente, i Giochi Olimpici. Facciamo un passo indietro. Il primo italiano a trionfare in una maratona olimpica è stato Gelindo Bordin nel 1988 a Seul. Ma, lo sapevate che prima di lui Dorando Pietri (squalificato alle Olimpiadi di Londra 1908 perché venne aiutato nel momento in cui tagliò il traguardo) e Romeo Bertini a Parigi 1924 ci andarono molto vicini?
Bertini, infatti, fu il primo a sfiorare la vittoria ai Giochi Olimpici. Nasce a Gessate il 21 aprile 1893 da una famiglia di contadini. Insomma, visse il periodo della prima Guerra Mondiale e proprio al suo ritorno continuò ad aiutare la propria famiglia. Le fonti riguardanti la sua storia arrivano direttamente dai racconti dei concittadini, che si tramandano di generazione in generazione. L’allenamento di Romeo, comunque, non era separato da quello del lavoro: andava a lavorare nei campi correndo e percorrendo il tracciato più lungo, questo gli permise di ottenere la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Grazie a questo importante traguardo gli venne affidato un lavoro allo zoo di Milano, in Porta Venezia, come custode. Il giovane gessatese si allenava correndo e “inseguendo” il tram che collegava il paesino fuori Milano al capoluogo lombardo.
Parigi quell’anno era calda e più volte l’orario di partenza della maratona, prevista il 13 luglio del 1924 venne posticipato. Alla “linea” di partenza si presentarono in ben 57 maratoneti che dovevano affrontare un percorso che andava dallo stadio di Colombes, passando nella foresta di St. Germain per arrivare a Pintoise. Quel giorno, però, per gli italiani fu speciale perché arrivo anche l’inaspettata vittoria di Ugo Frigerio nella marcia. Tornando al racconto della gara di Bertini il via venne dato alle 17:23 e da lì iniziò l’incredibile e strepitosa gara dell’atleta di Gessate. Un percorso lungo che vede il duo Bertini-Blasi inseguire, almeno per la prima parte di corsa, il gruppetto di testa. A quasi cinque chilometri dall’arrivo ecco che iniziano a delinearsi i possibili vincitori e tra questi c’è anche il corridore di Gessate. Dietro al finlandese Stenross lottano l’americano De Mar e terzo a poca distanza l’italiano Bertini. Dopo 42,195 chilometri a vincere fu proprio il finlandese Albin Oskar Stenroos con il tempo di 2h 41’ 22’’. Sul secondo gradino sali per la prima e unica volta il milanese Romeo Bertini, quasi in maniera inaspettata con 2 ore 47’ 19’’. Terzo l’americano De Mar in ore 2.48’14’’. Dopo le Olimpiadi del 1924 partecipò ad altre gare e alle Olimpiadi del 1928, ma in quest’ultima si ritirò prima di arrivare al traguardo. Muore a Milano nel 1973.
Questa è una delle più grandi imprese sportive meno conosciute nella storia italiana dello sport, che può essere vista come un esempio da seguire per i corridori azzurri in vista di Parigi 2024. Insomma, un modo per riportare il tricolore sul podio in una Maratona, esattamente 100 anni dopo lo strepitoso argento del gessatese Bertini.
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