I tempi di Giorgio Di Centa e Pietro Piller Cottrer sono solo un lontano ricordo, così come quelli di Manuela Di Centa al femminile. Lo sci di fondo vive un momento di assoluta e totale transizione, nel quale sta lavorando per costruire una squadra competitiva per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. All’orizzonte ci sono i Mondiali di Planica, e quali saranno le speranze azzurre? Scopriamolo insieme.
Un movimento in fase di transizione. Questo è lo sci di fondo italiano, sospeso tra le ultime grandi prestazioni delle sue stelle e una nuova generazione tuttora in fase embrionale. Le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 hanno portato una sola medaglia, i precedenti Mondiali invece sono stati privi di podi. Lo sci nordico che si avvicina ai Mondiali di Planica, che vivranno oggi la loro serata inaugurale, sembra dunque destinato a raccogliere solo piazzamenti. Le speranze sono riposte su Federico Pellegrino, l’argento olimpico nella sprint, che proverà a ripetersi e duellare con Johannes Klaebo per riscattare un’annata opaca. Sin qui, infatti, non ha mai centrato un podio stagionale in Coppa del Mondo. Ci è riuscito, invece, il 24enne Simone Mocellini col secondo posto a Beitostølen. Saranno loro le grandi chances di medaglia azzurre in Slovenia, anche il vero obiettivo è la finalissima: con cinque norvegesi in gara, tra cui il favoritissimo Klaebo, e due atleti in formissima (Jouve e Halfvarsson) sembra difficile puntare ad altro.
Più chances invece nella Team Sprint, col rebus dello sciatore da affiancare a Pellegrino: De Fabiani, per un tandem collaudato, o Mocellini? Infine, l’ultima possibilità arriva dalla staffetta. Qui, senza la Russia, la corsa alle medaglie sembra aperta: l’Italia ha centrato una vittoria in CdM a Dobbiaco lo scorso 7 gennaio con Nöckler, Deprà, Pellegrino e De Fabiani. Impensabile ripeterla nei Mondiali, ma un gradino del podio potrebbe essere alla portata. Sarà impossibile fare peggio di due anni fa, quando arrivarono il 5° posto nella Team Sprint, altri piazzamenti anonimi e un ritiro per casi-Covid nel gruppo squadra. Ogni podio sarebbe oro colato. Fermo restando che la disciplina di punta, nei Mondiali di Planica, sarà la combinata nordica con Annika Sieff.
Nelle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, Federico Pellegrino avrà 36 anni e Francesco De Fabiani ne avrà 33. Ne va sè dunque che, oltre a loro e a Mocellini (’98), dovranno emergere altri talenti per consentire all’Italia di restare competitiva e/o tornare grande. Al momento gli altri atleti della nazionale non stanno garantendo risultati di valore, ma a livello juniores l’Italia sembra possedere dei giovani di valore. Su tutti Iris De Martin Pinter, classe 2004 che ha centrato buoni piazzamenti sia nella 20km (4a) che nella sprint (5a), dove si è ben comportata anche Nadine Laurent (4a). Il talento più fulgido sembra però Aksel Artusi (2004), che sta ben figurando in Coppa Europa. Sono loro, ad oggi, le grandi speranze per il futuro italiano nella disciplina, ma dovranno confermarsi nel salto tra i grandi. E magari, chissà, confermare quell‘oro in staffetta conquistato nei Mondiali jr di Whistler Mountain.
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