Lukaku ha scelto la 90 anche a Roma. In molti hanno associato questo numero di maglia alla paura che incute agli avversari. In realtà, la storia affonda le radici fra aritmetica, opportunità e fantasia. Esattamente come all’Inter, anche la “9” è occupata. Dunque il belga ha riproposto un collaudato refrain “90” ovvero 9+0, che sommato, è sempre uguale al nove. Ma Lukaku è solo l’ultimo a essersi legato a una storia particolare per la scelta del numero sulla maglia.
Zamorano, il pioniere dell’“1+8”
Il pioniere della scelta di numero di maglia originali è Ivan Zamorano, indimenticato centravanti cileno dell’Inter. Nella stagione 1997/1998 il “9” era saldamente sulle sue spalle sino all’arrivo di Ronaldo il Fenomeno che dovette ripiegare sulla “10”. L’anno successivo, però, Ronaldo ha la sua numero 9 e Zamorano, pur di non perderla, si inventa la 18 con decina e unità separata da un “+” che scriverà la storia: “1+8” =9. Anche Batistuta, nel 2000/2001 ha ripiegato sullo stesso numero perché Montella non aveva voluto saperne di cedere la 9. Ronaldo invece si accontenta del “99” al suo ritorno in Italia, al Milan. Maglia con doppio 9 e anche… doppia L per gli ultimi anni di una carriera comunque straordinaria.
Il 33 di Cristo, i 44 Gatti e i 7 nani
Negli anni 2000, complice anche il totale sdoganamento dei numeri da scegliere (dall’1 al 99), i calciatori si sono scatenati: Lucarelli sceglie il 99. Due volte nove, ma anche come il numero che identifica le brigate livornesi, zoccolo duro del tifo locale. Fresi, compagno di Zamorano ai tempi dell’Inter, trova il “6” occupato alla Salernitana e sceglie il “metodo” dell’ex collega: gioca con il 3+3. Lupatelli gioca in porta, ma è il vero fantasista del Chievo: imposta il gioco da centrocampista e sceglie il “10”. Memorabile quanto divertente il “7” indossato da Nani alla Lazio anche se la sua esperienza nella squadra non è a lieto fine. Cristo Ramon Gonzales Perez sceglie il 33 legato al suo nome di battesimo. Niente male anche la scelta di Fortin che sceglie la 14 per assonanza. Bendtner, noto amante delle serate nei pub, sceglie una “52” di facile associazione al suo cocktail più amato. Scelta simile quella di Zerouali che scelto la “0”. Imbattibile, iconico e geniale Fabio Gatti, calciatore del Perugia dei miracoli di Gaucci che indossa la “44” come la storica canzone dello Zecchino d’Oro. Indimenticabile, uscendo dai confini del nostro campionato, anche l’eccezione 618 indossata da Rogerio Ceni, portiere che ha scritto la storia del calcio brasiliano con la maglia del San Paolo, maglia che, appunto, omaggia il record di presenze, con tanto di deroga concessa dalla Lega.