Conosciuto in tutto il mondo come Fossa Olimpica, il tiro al piattello presenta in realtà diverse discipline che hanno differenze sostanziali, regole proprie e diversi gradi di difficoltà. Pronti a scoprirle?
Nello specifico oggi vedremo la specialità del Trap individuale. Questa disciplina del tiro al volo è la prima che é nata e ha fatto il suo debutto alle seconde Olimpiadi della storia, quelle di Parigi del 1900.
Solitamente, come accennato poche righe sopra, si parla di fossa olimpica. Perché viene utilizzato questo nome? Deve il tutto al meccanismo con il quale vengono lanciati in aria i piattelli, infatti le macchine sono posizionate a una distanza di 15 metri dai tiratori e vengono nascoste dentro una fossa. In poche parole il tiratore non vede partire il bersaglio.
Le regole sono semplici e chiare: la linea da tiro è rettilinea e ci sono cinque pedane, dalle quali gli atleti devono colpire un totale di 25 piattelli. La particolarità é che ogni pedana ha ben tre macchine che fanno partire i bersagli in una successione casuale, quindi i tiratori non sanno in che direzione dovranno mirare.
Ma come fa il tiratore a chiamare l’uscita del bersaglio dai macchinari? Tramite un fonopull situato vicino ad ogni pedana. Una volta che viene chiamato uscirà dalla fossa di cui abbiamo parlato poco prima.
Dal punto di vista della Nazionale Italiana e in ottica di Parigi 2024, il tiro a volo alle Olimpiadi ha portato sempre delle soddisfazioni ai nostri colori. Nell’ultima edizione che si è svolta a Tokyo 2020, é stata Diana Bacosi a conquistare una medaglia d’argento nello skeet. L’ultima medaglia nella Fossa Olimpica Femminile ci riporta indietro a Londra 2012, quando Jessica Rossi stabilì e infranse numerosi record.
Ma, guardando verso le future Olimpiadi in Francia, la prima atleta italiana qualificata per l’evento a cinque cerchi è stata Silvana Stanco grazie alla vittoria ai campionati Europei di categoria a Cipro.
Classe 1993, nata e cresciuta a Zurigo, ha iniziato ad avvicinarsi a questa disciplina all’età di 15 anni seguendo le orme del padre. Avendo la doppia nazionalità, visto che la nonna paterna é della provincia di Avellino, la Svizzera ha provato a portarla sotto la propria bandiera ma Silvana ha di gareggiare con i colori azzurri.
Fa parte delle Fiamme Gialle e ha già vinto diverse medaglie: un oro ed un argento in coppa del Mondo nel 2013 a Nicosia e ad Acapulco, il titolo di Campionessa del Mondo Universitaria, un argento alle Universiadi di Kazan e un bronzo nel 2018 ai Mondiali. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 h rimediato un quinto posto, ora l’obiettivo dopo il pass conquistato ad agosto sarà quello di puntare ad un posto nella gloria olimpica.
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