L’Italia avrà un nuovo portacolori in NBA: nella notte italiana, e nel loro Media Day, gli Utah Jazz hanno infatti presentato Simone Fontecchio. L’azzurro, reduce da uno strepitoso Europeo, sbarca dunque in NBA e diventa l’ennesimo italiano nel torneo americano, l’università del basket. Andiamo a ripercorrere la sua storia, e a ricordare tutti gli azzurri nel massimo torneo cestistico.
Simone Fontecchio, un talento incompreso (in Italia)
Simone Fontecchio è stato il volto dell’Italia che ha stupito tutti negli Europei di basket, eliminando la Serbia negli ottavi ed arrivando a due tiri liberi dalla semifinale, prima della rimonta e vittoria francese nell’overtime. Due errori proprio di Fontecchio, che non cancellano uno strepitoso torneo: 19.4pti, 4 rimbalzi, 2.7 assist, 1.7 palle rubate di media, il 45% da tre e il 64% di realizzazione a canestro. Un torneo da quintetto ideale, vanificato dalla presenza di altri top player mondiali nel suo ruolo. Ma la carriera del 27enne non è sempre stata rosea. In Italia, infatti, Fontecchio ha faticato tremendamente ad imporsi: dopo gli esordi nella Virtus, è stato acquistato dall’Olimpia Milano, dove ha sempre fatto panchina. Il prestito alla Vanoli Cremona e l’avventura a Reggio Emilia hanno convinto l’ala piccola azzurra che l’accanimento terapeutico col basket italiano non fosse più necessario. E così, in una parabola simile a quella della fuga dei cervelli che hanno faticato ad imporsi in Italia, Fontecchio ha scelto l’estero: è esploso nell’Alba Berlino, si è imposto a livello internazionale col Baskonia ed ora sbarcherà in NBA con gli Utah Jazz. Buyout pagato e contratto biennale da 6.5mln di dollari a stagione. Potrebbe ottenere molti minuti e avrà un compagno europeo: Lauri Markkanen, protagonista negli Europei con la Finlandia.
Fontecchio e i suoi fratelli: tutti gli italiani in NBA
Simone Fontecchio sarà solo l’ultimo degli italiani in NBA, ed arriva ufficialmente negli States a pochi mesi da uno storico draft con tre azzurri scelti: Paolo Banchero al #1 (Orlando Magic), Gabriele Procida al #36 (Portland TrailBlazers) e Matteo Spagnolo al #50 (Minnesota Timberwolves). Di questi, solo Banchero giocherà subito in NBA, mentre Procida ha firmato un triennale con l’Alba Berlino e Spagnolo cercherà di imporsi a Trento. La storia italiana in NBA parte da lontano: il primo giocatore nostrano negli USA fu Stefano Rusconi, con la maglia dei Phoenix Suns nel 1995-96. Per lui sette gare, trenta minuti e otto punti totali, oltre a tante difficoltà di ambientamento che lo spinsero a tornare subito indietro. Durò solo un anno anche l’avventura di Vincenzo Esposito nei Toronto Raptors (1995-96), con 3.9pti di media a partita e il primo canestro italiano in NBA.
L’età dell’oro azzurra è stata senza dubbio quella di Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari, quest’ultimo tuttora negli States coi Boston Celtics: Bargnani, come Banchero, venne scelto col #1 da Toronto e ha vissuto grandi stagioni in Canada prima di passare ai NY Knicks e ai Brooklyn Nets. Belinelli venne scelto dai Golden State Warriors e ha girato gli States in lungo in largo fino al 2020: per lui un anello NBA coi San Antonio Spurs e nove maglie vestite (GSW, Toronto, New Orleans, Chicago, San Antonio, Sacramento, Charlotte, Atlanta e Philadelphia prima della last dance con gli Spurs). Più sfortunato a livello d’infortuni Gallinari, ma ha lasciato grandi ricordi e grandi prestazioni in ogni club: lo scelsero i New York Knicks, e in seguito ha vestito le maglie di Denver, LA Clippers, Oklahoma, Atlanta e Boston, dove riprenderà a giocare dopo il recupero dalla rottura del crociato.
Hanno avuto minor fortuna in NBA, invece, Gigi Datome (Detroit Pistons e Boston Celtics, 2013-15), Nicolò Melli (New Orleans e Dallas, 2019-21) e Nico Mannion (Golden State, 2020-21). Vedremo quale sarà il percorso di Fontecchio e delle tre scelte al draft. Ci si aspetta moltissimo da Banchero.
Chi non ce l’ha fatta: le scelte NBA che non hanno mai giocato negli States
L’NBA è anche il luogo delle scelte… non rispettate. Abbiamo già detto di Procida e Spagnolo, che attenderanno probabilmente qualche anno prima di un effettivo sbarco negli States, ma ci sono casi ancor più clamorosi. Dino Meneghin venne scelto dagli Atlanta Hawks nel 1970, salvo poi non sbarcare negli States e diventare una leggenda di Varese. Stesso destino, peraltro con lo stesso club, per Augusto Binelli nel 1986 e Riccardo Morandotti nel 1987. Venendo ad anni più recenti, Alessandro Gentile venne scelto dai Minnesota Timberwolves nel 2014 e subito ceduto agli Houston Rockets, ma non ha mai giocato in NBA. Procida e Spagnolo sperano di non ripetere questo percorso.