Passano i giorni ma non si placano le critiche nei confronti del numero 1 al mondo: il New York Times rincara la dose
Non è un periodo affatto semplice quello che sta attraversando Jannik Sinner. Dopo le critiche ricevute per il no rifilato all’invito di Sergio Mattarella di presentarsi al Quirinale, seguite da quelle riguardanti la sua scelta di giocare – l’1 e 2 marzo – al The MGM Reward Slam, un torneo d’esibizione che lo vedrà giocare contro alcuni dei tennisti più forti del momento, e, infine, anche quelle arrivate in seguito alle storie pubblicate mentre sciava, è arrivata un’altra stoccata importante: il New York Times ha attaccato Sinner sulla sua decisione di aprire i canali YouTube e TikTok accusandolo di voler distrarre l’opinione pubblica da qualcosa che vuole nascondere. Vediamo la vicenda nel dettaglio.
Mentre le critiche piovute nei giorni scorsi verso il 23enne di San Candido potevano essere comprensibili, questa volta il motivo della diatriba è un qualcosa di poco rilievo: la decisione di Sinner di aprire il canale YouTube e il profilo TikTok. A sollevare la questione è stato un quotidiano autorevole e, per certi versi, inatteso, considerando che in passato si era spesso schierato dalla sua parte, soprattutto nella disputa con la WADA: il New York Times. L’articolo pubblicato dalla celebre testata newyorkese su Sinner youtuber non è certo privo di ironia pungente, accompagnato da una spiegazione di come il suo ingresso nel mondo dei vlog lasci trasparire qualcosa di losco e malizioso.
“Perché Sinner sta diventando uno youtuber?”, si domanda il New York Times nel titolo del suo articolo. “C’è un vecchio detto che afferma che le star del cinema sognano di diventare atleti e gli atleti di diventare star del cinema. Questo concetto ci porta dritti a Jannik Sinner”, si legge nel pezzo. Mentre il mondo sportivo aspetta l’uscita di “My Way”, il documentario di Netflix su Carlos Alcaraz, Sinner ha scelto di dare il suo contributo al racconto del tennis con un vlog che segue la sua corsa al titolo a Melbourne. Il numero uno al mondo si unisce a un numero crescente di atleti che decidono di assumere il pieno controllo della loro produzione mediatica, sfruttando la propria notorietà senza intermediari.
Secondo il New York Times, dietro la scelta di Sinner e di altri grandi nomi di raccontarsi in modo diretto ci sarebbe un motivo ben preciso: “La promessa è quella di un accesso esclusivo, ma spesso sembra più un’uscita programmata da qualsiasi cosa non vogliano che il pubblico veda”. L’articolo conclude con un avvertimento per i lettori: “Non aspettatevi troppi dettagli su cosa faccia davvero funzionare il famoso Sinner, che resta riservato e controllato. Grandi rivelazioni? È amichevole con i suoi autisti, adora guidare i golf cart a velocità elevata sulle strade di servizio del Melbourne Park, e le finali Slam della domenica sono davvero speciali per lui, anche se ne ha vinte tre in 13 mesi. Inoltre, festeggia i suoi trionfi con un hamburger”.
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