Jannik Sinner sta tenendo tutti in apprensione. L’infortunio patito a Madrid rischia di fargli saltare – o comunque non fargli giocare al top – gli Internazionali di Roma. Torneo nel quale l’azzurro dovrebbe (condizionale d’obbligo, visto quanto accaduto in Spagna), debuttare venerdì 10 maggio. Il problema all’anca lo ha mandato ko. Così dopo il ritiro di Carlos Alcaraz (solito problema all’avambraccio) c’è stato anche quello di Sinner. Con Daniil Medvedev l’ultimo a gettare la spugna. Ma perché l’anca fa soffrire molti tennisti? I continui cambi di direzione, gli arresti improvvisi e le rotazioni la mettono a dura prova.
L’anca viene costantemente sollecitata. E Sinner ne è consapevole. Ecco perché appena sente dolore a quella destra, si ferma e cerca conforto dal suo staff sanitario. Questo è un dolore talmente forte che Jannik si è dovuto ritirare al Masters 1000 di Madrid, posticipando il sorpasso (semmai avverrà, certo) a Novak Djokovic al primo posto nel ranking Atp. L’altoatesino aveva già sofferto nella sfida contro Pavel Kotov al terzo turno. Un allarme, il primo, lanciato al termine di quel match: “Vedrò cosa mi dice il mio corpo”. In realtà, ha giocato anche contro l’altro russo, Karen Khachanov, vincendo in rimonta. Ma il dolore c’era e non è mai andato via.
Anche le continue rotazioni, come abbiamo già accennato, che Sinner utilizza spesso per ogni avversario non hanno fatto altro che aumentare la problematica, fino a costringere il numero 2 del mondo a fermarsi prima del match contro Felix Auger-Aliassime per non peggiorare la situazione e mettere a rischio la partecipazione agli Internazionali d’Italia e, soprattutto, al Roland Garros. Nel circuito è famoso il caso di Andy Murray. Il britannico è stato capace di proseguire la sua carriera agonistica nonostante un problema all’anca. Sir Andy, probabilmente, quest’anno chiuderà la sua carriera, ma è arrivato a 37 anni ed è tornato ad alti livelli addirittura dopo aver impiantato una protesi. Quale è stata la sua scelta? La tecnica utilizzata è quella dell’hip resurfacing, il rivestimento dell’anca, particolarmente adatta a individui giovani e con alta richiesta funzionale come gli sportivi: una tecnica che gli ha permesso di mantenere intatto l’osso femorale, a cui è stata applicata una sorta di guscio. Una specie di protesi di acciaio che ricopre la testa del femore e la superficie acetabolare, lasciando inalterata la forma.
Sinner e Murray non sono gli unici a dover affrontare questo tipo di problema. Poco più di 10 anni fa, correva l’anno 2012, la Wta realizzò uno studio su un campione di 125 atlete professioniste, con il 18% delle quali che riferì di aver convissuto in carriera con un dolore all’anca o all’inguine. E anche nel golf il movimento dello swing può portare a problematiche simili, con rotazioni continue del busto che alla lunga possono provocare usura e instabilità dell’anca. Ecco spiegati i motivi per i quali Sinner non è il primo a soffrirne e non sarà, di certo, l’ultimo. Intanto, sta cercando di monitorare l’infiammazione all’anca destra. Jannik è fiducioso, come ha detto nei giorni scorsi: “Ho un buon team che mi cura e conto di tornare al meglio”. Intanto, osserva riposo e farà altri esami, come ha annunciato lui stesso. Gli obiettivi sono Roma, il Roland Garros e l’Olimpiade di Parigi.
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