“Quando vinci ci sarà sempre qualcuno che storce il naso, basta guardare cosa è successo a Sinner. Come accade a me, anche per Jannik ogni momento è buono per muovergli delle critiche”. Sono le parole di Lamont Marcell Jacobs
Lamont Marcell Jacobs e Jannik Sinner rappresentano due delle figure più emblematiche nel panorama sportivo italiano contemporaneo. Entrambi hanno raggiunto traguardi straordinari nelle loro discipline, attirando però anche critiche e polemiche. In una recente intervista rilasciata a “La Repubblica”, Jacobs ha messo in evidenza come il successo possa trasformarsi in un campo di battaglia contro le critiche e i sospetti, piuttosto che essere solo un motivo di celebrazione.
Jacobs, campione olimpico nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020 nel 2021, ha dichiarato che le sue vittorie hanno suscitato malumori, anche tra coloro che lo conoscevano da tempo. “Che io abbia vinto i 100 metri alle Olimpiadi ha dato un po’ fastidio”, ha affermato, evidenziando come il trionfo possa portare a situazioni di invidia e competizione. Questo è esemplificato dal caso di Giacomo Tortu (fratello di Filippo, oro alle Olimpiadi di Tokyo in staffetta insieme a Jacobs), coinvolto in un’indagine con l’accusa di spionaggio ai danni di Jacobs, che ha sollevato interrogativi etici e morali nel mondo dello sport.
Il caso di Jacobs è emblematico di un problema più ampio: la pressione che gli atleti di alto livello devono affrontare. Ogni vittoria comporta un aumento delle aspettative e, inevitabilmente, una maggiore esposizione alle critiche. Jacobs ha sottolineato che anche per Sinner ogni momento è buono per essere sottoposto a critiche, affermando che il successo porta con sé una sorta di “sindrome da accusa”. Gli sportivi emergenti e di successo, come Sinner, si trovano spesso a dover affrontare sospetti infondati, specialmente dopo il suo recente caso di positività al Clostebol, sostanza anabolizzante vietata, che gli è costata un periodo di sospensione di tre mesi a causa di una squalifica patteggiata con la Wada (l’agenzia mondiale antidoping). Tra le cause di persone che storcerebbero il naso:
Jacobs ha espresso la sua frustrazione riguardo al caso dell’episodio di spionaggio, sottolineando che non ha nulla da nascondere. “Pensavo che quella rivalità si concludesse in pista”, ha dichiarato, evidenziando come la competizione dovrebbe rimanere un affare tra atleti. Nonostante le difficoltà, Jacobs mantiene un atteggiamento positivo, concentrandosi sui suoi risultati e sulla sua carriera. “Ciò che mi preoccupa è il fatto che ci siano persone pronte a mettere in discussione tutto ciò che hai costruito con fatica e passione”, ha affermato, evidenziando l’importanza della resilienza mentale per gli atleti.
La salute mentale è diventata un tema di crescente interesse, e molti sportivi, incluso Jacobs, intraprendono percorsi di auto-miglioramento per affrontare meglio le sfide. Riflettendo sui suoi successi, Jacobs ha anche espresso ammirazione per la costanza di Sinner, sottolineando che mantenere prestazioni elevate nel tempo richiede dedizione e disciplina.
In un contesto in cui i social media amplificano ogni critica e successo, la questione dell’auto-percezione diventa centrale. Atleti come Jacobs e Sinner devono navigare in un campo minato di opinioni contrastanti, mentre cercano di mantenere il focus sul loro obiettivo principale: competere e vincere. La loro esperienza offre uno spaccato prezioso non solo sul mondo dello sport, ma anche su come affrontare le sfide e rimanere fedeli a sé stessi in un contesto di crescente pressione e di giudizi da parte del pubblico.
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