Prima o poi sarebbe dovuto accadere. Così Jannik Sinner, nella semifinale di Indian Wells, primo Masters 1000 della stagione, è stato sconfitto da Carlos Alcaraz in tre set. Lo spagnolo ha difeso la seconda posizione del ranking Atp e frenato la corsa dell’azzurro, arrivato nel frattempo a 19 vittorie di fila. Adesso gli scontri diretti sono 4-4, ma quella che è nata in California è una rivalità che accenderà, ed è quello che si augurano tutti, il mondo del tennis nel prossimo decennio. Fin da subito a Miami, torneo che inizierà mercoledì 20 marzo e finirà domenica 31 marzo e non ci sarà Novak Djokovic, sua maestà, che a Indian Wells è stato eliminato a sorpresa da Luca Nardi al terzo turno. Quindi, senza il serbo adesso nel torneo di Miami Alcaraz sarà la prima testa di serie, mentre Sinner la seconda. Cosa significa? Se si incontreranno nuovamente, sarà solo in finale.
Alcaraz ci arriva avendo vinto a Indian Wells (nell’ultimo atto ha battuto Daniil Medvedev), mentre Sinner ha comunque in tasca l’Australian Open di gennaio e l’Atp di Rotterdam, conquistato a febbraio. Riparte così per l’azzurro la rincorsa al secondo posto, anche se non sarà facile trovarsi davanti ad Alcaraz in classifica al termine del Sunshine Double. Infatti, l’altoatesino ha più punti da difendere rispetto allo spagnolo a Miami. Il motivo? Jannik l’anno scorso ha perso la finale contro Medvedev, mentre Alcaraz era stato sconfitto proprio da Sinner in semifinale: una situazione ribaltata rispetto a quella con cui i due si sono presentati a Indian Wells, quando Jannik era virtualmente avanti dal momento che Carlos aveva vinto il torneo l’anno scorso e dunque perso mille punti, contro i 360 dell’azzurro.
Quindi, se ci sarà una finale Sinner contro Alcaraz, lo spagnolo non correrà pericoli di perdere la seconda posizione del ranking. Anche in caso di sconfitta. Restano due ore e cinque minuti di emozioni sul campo (cinque, prendendo in considerazione la pioggia che ha fermato il match). E prima dell’interruzione Sinner aveva già fatto in tempo a togliere il servizio all’avversario, e dopo le oltre tre ore di sosta aveva continuato a martellare il frastornato avversario chiudendo il primo parziale per 6-1 con il suo solito tennis vicino alla perfezione. Ma lo sport è meraviglioso anche perché le cose possono ribaltarsi nell’arco di pochissimi minuti. Ed è quello che è accaduto in California all’azzurro. Perché nel secondo set Alcaraz è apparso molto più lucido, vincendo 6-3. E nel terzo set, lo spagnolo ha continuato a fare la sua gara. Sinner è andato in difficoltà e si è dovuto arrendere (6-2).
“Ho sentito piccoli problemi in varie parti del corpo. Mi serve un po’ di tempo per capire come mi sento, vediamo come mi sveglio e come mi sentirò stasera, a freddo. Dopo quella botta al gomito destro ho sentito dolore, mi faceva male anche la mano, ho avuto paura di peggiorare la situazione. Ma non è una scusa, lui ha giocato meglio. Sono comunque fiducioso di essere a Miami”, sono state le prime parole di Jannik, che ha comunque riconosciuto la superiorità del rivale spagnolo. “Nel terzo set quando sono caduto mi sono fatto male al gomito, e prima c’era stato anche un piccolo problema al ginocchio sinistro che mi si è bloccato un pochettino. Mi sono buttato senza pensarci per prendere quella palla, anche questo fa parte del gioco, della battaglia: sapevo che quello era un punto importante”, ha continuato. Infine: “Nel primo set ho giocato nella maniera giusta, come avevo preparato col mio team, poi è arrivato un punto dove ho sbagliato qualche dritto di troppo, ho avuto comunque delle palle break che non sono riuscito a sfruttare. Lui ha meritato la vittoria, questo nessuno lo può mettere in dubbio. Ho sbagliato tante palle non difficili che avevo nelle corde, può succedere. Devo parlare con il mio team e capire se è stato per la tensione o semplicemente perché era una giornata storta, che può capitare. Ho giocato molto bene nel primo set, lui sbagliava molto. Poi è salito di livello ed io dovevo continuare a spingere, alle fine l’ho persa così, ogni match è un gioco a scacchi”.
Raggiante, e non poteva essere altrimenti, Alcaraz. Che ora pensa già a Miami: “Tutte le partite con Jannik sono speciali, contro di lui devo sempre dare il 100%. Sono stato forte mentalmente ed è molto importante. Devi esserlo se vuoi vincere questo tipo di partite contro un avversario che sta giocando un tennis incredibile. Sono felice di quello che ho fatto dal secondo set in poi, ha funzionato davvero bene”. E ancora: “Sapevo che dovevo correre di più e difendere meglio di quanto avessi fatto nel primo set. Mettere più palle in campo, allungare gli scambi. Ho iniziato a sbagliare meno al secondo, terzo o quarto colpo. Con Sinner sappiamo che livello di gioco dobbiamo produrre. Anche oggi abbiamo fatto un po’ di magie. Sono davvero molto felice di tornare in finale, soprattutto in questo torneo”. Infine: “Ne ridevamo con Jannik quando il gioco è stato sospeso, perché c’erano le api, pioveva. Vediamo cosa succederà domani. Forse un ragazzo a caso. Chi lo sa? Dirò che non abbiamo giocato, diciamo, con molta velocità. In questa partita abbiamo giocato più lentamente. Non lo so. Non dirò la mia tattica, nel caso in cui giocherò contro di lui a Miami. Ma sì, sentivo che avevamo giocato, diciamo, in modo diverso”.
Ed è successo altro nel weekend californiano. È accaduto durante i primi minuti di sospensione della semifinale a causa della pioggia. Sinner ha confermato la sua educazione e la sua gentilezza: dopo la decisione dell’arbitro di attendere qualche minuto prima di rimandare tutti negli spogliatoi a causa della pioggia, ha aperto l’ombrello, lo ha tenuto con una mano e si è intrattenuto con la raccattapalle, emozionata ma messa a suo agio dal campione azzurro. Che le ha chiesto anche quali fossero i compiti del raccattapalle: “Lo sono stata per tanti giocatori, oggi sono felice di esserlo per te”, la risposta della ragazza. Un’immagine molto diversa rispetto a quella data da Alcaraz. Lo spagnolo era seduto ed è stata la raccattapalle in quel caso ad avere l’ombrello in mano.
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