SOCHI 2014. Iniziano ufficialmente oggi a Sochi – ieri le prime gare – le Olimpiadi più politicizzate e più costose della storia. Costruire impianti in un luogo conosciuto solo per le dacie della nomenklatura sovietica sul Mar Nero è stata la sfida di Putin per riportare la Russia al centro del mondo. Una scelta che costerà più di 50 miliardi di dollari, quattro volte le previsioni e ben più delle Olimpiadi di Pechino, sborsati dal governo e da oligarchi in cerca di lucrosi appalti. Si pensi a quella che è già conosciuta come la strada più costosa al mondo, 8 miliardi per 50 chilometri da Sochi alla zona montana.
È il prezzo che Putin paga per riportare la bandiera del Cremlino sul Caucaso, la polveriera russa dove si susseguono da anni episodi terroristici e sanguinose guerre. Per questa ragione saranno anche i Giochi più militarizzati con 30.000 soldati, 10 per ogni atleta, a garantire una sicurezza a rischio al punto che la squadra USA si è affidata ad una agenzia privata per studiare e mettere in atto piani di evacuazione con navi americane nel Mar Nero pronte ad ogni evenienza.
Dall’operazione politica del presidente russo ha deciso di smarcarsi il fronte occidentale calvalcando la difesa dei diritti umani messi in pericolo dalle leggi omofobe promulgate negli ultimi anni. Non parteciperanno Obama, la cancelliera Merkel, il premier inglese Cameron, il presidente Hollande. Ci sarà, invece, Enrico Letta con la motivazione ufficiale di sostenere la candidatura italiana per le Olimpiadi del 2024, una cambiale da portare all’incasso quando si farà sul serio.
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