SOCHI 2014. Un ricordo personale, l’unico velo di sgomento nella grande gioia delle Olimpiadi di Torino vissute in prima persona come spettatore fu, il giorno della Cerimonia di Apertura, la vista delle forze di sicurezza, chiamamoli pure cecchini sui tetti di corso Agnelli che si affacciavano sul rinato Stadio Olimpico. Furono Olimpiadi blindate, ma in modo discreto; a Sochi saranno Olimpiadi blindate a tutto tondo. E molti sono preoccupati sulla reale efficienza delle forze di sicurezza russe nella difesa della quiete olimpica. Ecco allora che, come in precedenti edizioni, gli Stati Uniti hanno ufficializzato di avere affidato la sicurezza dei loro atleti a una azienda privata, la Global Rescue, che ha definito piani di evacuazione di sciatori e snowborder nel caso si dovessero verificare emergenze.
Pur nel più stretto riserbo da parte del Comitato Olimpico a stelle e strisce, qualche informazione è trapelata: fino a cinque aerei saranno pronti per evacuare rapidamente gli atleti. L’amministratore delegato di Global Rescue, Dan Richards, ha definito il contesto unico di campi di gara in un terreno di “guerra” terroristica. “I russi stanno facendo tutto quanto può essere ragionevomente fatto”, continua Richards dopo una serie di sopralluoghi per identificare luoghi sicuri, punti di ritrovo e vie di fuga. Global Rescue sta anche preparando una sorta di vademecum per gli atleti statunitensi, una lista di linee guida per minimizzare i rischi di diventare oggetto di attacchi.