SOCHI 2014. Con una cerimonia iniziata con una bambina che leggeva da un abecedario i grandi personaggi della storia russa da Dostojievskii a Gagarin, passando per Cechov e Chagall, e conclusa con l’accensione della fiaccola posta al di fuori dello stadio Fisht ad opera di due leggende dello sport sovietico come Irina Rodnina, tre volte campionessa olimpica del pattinaggio, ed il campione di hockey Vladislav Tretyak, si sono ufficialmente aperte le XXII Olimpiadi Invernali.
Una sfilata delle squadre multicolore dove l’eleganza ha faticato ad emergere a partire dalla surreale mise delle ragazze che portavano il nome delle nazioni con qualche spunto di riflessione. Come promesso dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, sono scomparsi dalla sfilata parrucconi e dirigenti d’alto bordo che ancora a Londra affollavano le prime file: una ventata d’aria fresca, un segnale di novità che ci voleva. Il buon Armin Zoeggeler con gli occhi quasi lucidi e un po’ impalato nei movimenti, anche Arminator è un uomo con emozioni e sentimenti. Dopo le mille polemiche che hanno animato gli ultimi mesi, l’ingresso della squadra russa con un Putin plaudente al ritmo delle t.A.T.u., il duo femminile che su una relazione sentimentale al loro interno sta giocando la carta del successo mondiale, è fatto spuntare qualche ironico sorriso così come qualche passaggio particolarmente kitsch dello spettacolo che ha ripercorso la storia della Russia.
Il presidente del CIO, Thomas Bach, alla sua prima Olimpiade, dopo aver salutato il pubblico in russo con “Buona sera Sochi, buona sera Russia”, ha ribadito nel suo discorso che “I Giochi olimpici non sono fatti per emarginare le persone” e per le “discriminazioni”, parlando di tolleranza, di dialogo e di rispetto.
I Giochi sono ufficialmente aperti: che per i prossimi 16 giorni parli solo lo sport.
Rivivi la Cerimonia di Apertura