SOCHI 2014. La seconda manche del singolo di slittino è una guerra sulle lame di quei maledetti proiettili che per un millesimo ti mandano all’inferno o in estasi. A Sochi c’è una bellissima gara in atto che ora ha una notte da vivere, prima di consegnare le tre medaglie al collo di qualcuno. E tra i cagnacci in cerca del trionfo c’è Armin Zoeggeler, il nostro mito della velocità, il nostro eroe disteso. Dopo la prima frazione il Carabiniere di Voiana era terzo e nella seconda run della prova è rimasto lì, ma con un cambiamento delle carte di una partita molto tattica e molto psicologica fra coloro che si stanno disputando il podio. A sparigliare le carte ci ha pensato il proiettile tedesco Felix Loch (campione olimpico in carica) che, con una manche fluida e dalle traiettorie armoniche, ha siglato il record della pista con un 51″164 che è da brividi perché rasenta la perfezione. Notizia cattiva per Armin, perché la lontananza da un possibile oro si è assestata oltre il mezzo secondo (0″744). Zoeggeler, tuttavia, non si è scomposto più di tanto e si è buttato giù per il budello indovinando una corsa consistente e aggredendo le curve come sa fare, sebbene nei tratti filanti ci fosse qualche sbavatura. Spiazzato dall’asso calato da Loch è parso invece il quarantaduenne idolo di casa Demchenko che con un paio di curve inguardabili e strappate ha subito il sorpasso di Loch in termini di tempo e si è lasciato rosicare qualche soffio proprio da Zoeggeler. Dietro? Beh, dietro c’è Langenhan che, tuttavia, resta a tre decimi.
Ora c’è la notte, la notte dei pensieri, mentre domani sarà il giorno della medaglia. Tutto è ancora in gioco, anche se l’oro e l’argento almeno adesso sembrano lontani. Zoeggeler dovrà eliminare qualsiasi sbavatura e puntare a mettere pressione a Demchenko. E sarà ancora una volta trionfo, sebbene di un colore meno pregiato di quanto si sognava.
Risultati completi – Slittino Singolo Maschile – Seconda Manche
Francesco FacchiniDi professione #sharindaddy, racconto storie da 30 anni. Ho un futuro dietro le spalle fatto di un Mondiale e due Olimpiadi, ma anche di esperienze giornalistiche in ogni tipo di medium (oh, è latino, mi raccomando). Amo il calcio, quello vero, ma da quando ho visto la fiamma olimpica non mi sono più riavuto.