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Steroidi nel mirino:   funziona il nuovo test

DOPING & CO. E’ stato negli ultimi anni uno dei maggiori scogli nella lotta al doping: la difficoltà per la ridotta permanenza nell’organismo dopo l’assunzione degli steroidi anabolizzanti o dei loro metaboliti. Nei mesi scorsi la Wada ha aperto le porte all’introduzione del passaporto biologico ormonale per agire nella battaglia con modalità analoghe a quelle utilizzate con il passaporto biologico ematico ma in questa direzione si sta ancora lavorando per passare dalle parole ai fatti.

Un fatto incontrovertibile è, invece, che negli ultimi mesi sono state riscontrate con sempre maggiore frequenza positività proprio agli anabolizzanti: nella lista delle sanzioni sono ritornati il nome del Turinabol, sostanza massicciamente utilizzata nel piano del doping di stato della Germania Orientale, e dello Stanozolol. Non si tratta di un ritorno di moda, ma da quanto si è appresso ieri si tratta dei risultati che fanno ben sperare di una nuova metodologia di test che alcuni laboratori, come quello di Colonia e di Mosca, hanno iniziato ad utilizzare. Il nuovo procedimento consente di riscontrare l’assunzione anche giorni e mesi dopo l’assunzione di queste sostanze. Nuove strumentazioni consentono di lavorare con quello che viene definito il “long-term metabolites method” che è in grado di rilevare assunzioni avvenute negli ultimi sei mesi. Viene, quindi, a cadere tutta la sporca matematica utilizzata dagli apprendisti stregoni, e della quale vi è ampia letteratura nelle confessioni choc di ex dopati, sul momento – fino ad oggi molto ravvicinato, nell’ordine di alcuni giorni – nel quale interrompere l’utilizzo prima di una gara.

Sulla base di questi risultati, la Commissione Medica del CIO ha richiesto il riesame dei campioni congelati che per le attuali normative devono essere conservati per anni (il nuovo codice Wada ha esteso il limite a 10 anni). I primi campioni ad essere rianalizzati, proprio perchè il loro uso è consentito solo fino a febbraio 2014, saranno quelli delle Olimpiadi di Torino ma i piani prevedono di passare in rassegna anche le provette delle Olimpiadi di Pechino e di Londra. L’impressione è che, se l’efficacia della nuova metodologia sarà confermata, in molti tra protagonisti e addetti ai lavori inizino a dormire sonni poco tranquilli. Ed era ora.

Massimo Brignolo

Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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