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Tare e Lazio, addio: i colpi top e flop

Igli Tare e la Lazio: un rapporto che si è chiuso quando è diventato… maggiorenne. Dopo 18 anni al servizio dei biancocelesti, il direttore sportivo albanese lascia la Lazio. Una scelta dettata dal rapporto ai minimi termini con Maurizio Sarri e dal raggiungimento del secondo posto, miglior risultato assoluto e forse possibile, della sua gestione.

Alti e bassi: i top

Immagine | Ansa

Tare e Lazio hanno vissuto un rapporto sulle montagne russe con trattative al limite del tragicomico e idee che hanno permesso ai biancocelesti di raggiungere risultati importanti e, per certi versi, insperati. Nel 2009 arriva uno sconosciuto Zarate: leggenda vuole che la trattativa si sia svolta… in una partita a calciobalilla. Una stagione da sogno e un finale in tribunale per l’argentino. Nel 2010, arriva un altro sudamericano, il brasiliano Hernanes: sbarcato a Roma dopo una trattativa lunghissima, contribuirà alle fortune della Lazio. Il colpo migliore in assoluto però è senza dubbio quello di Miro Klose, arrivato a parametro zero nel 2011 assieme a Marchetti, Lulic e Candreva. Insieme formano una delle Lazio più forti dell’era moderna. Nel 2013, è il turno di altre due straordinarie intuizioni: Biglia sbarca nella capitale insieme a Felipe Anderson. L’anno successivo tocca a De Vrij, Parolo e Basta. Nel 2015 arriva il colpo Milinkovic – Savic, sottratto alla Fiorentina. Nel 2016 un altro capolavoro: Immobile, per soli 9 milioni dopo l’esperienza con Dortmund e Siviglia. Accolto con scetticismo, diventa il capocannoniere all time della Lazio e idolo assoluto della piazza. Azzeccatissimi anche gli acquisti di Luis Alberto e Luis Felipe. Nel 2017 il “Klose bis”. Nessuno crede in Leiva, che invece gioca due stagioni ad altissimo livello. Nel 2018 arrivano Correa, Acerbi e Romulo e nel 2019, Lazzari. Azzeccate anche le scelte degli ultimi anni come il ritorno di Felipe Anderson e gli arrivi di Zaccagni, Hysaj, Pedro, Casale, Provedel, Romagnoli e Vecino.

Alti e bassi: i flop

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Impossibile non considerare anche i flop, che sono almeno quanto i top. Calcoli alla mano, Tare ha speso in media 30 milioni di euro a stagione e la maggior parte delle trattative si lega a prestiti con diritto, svincolati o scommesse, e non sempre vincenti. Nel 2009 arrivano Eliseu e Hitzlsperger che non lasciano molta traccia, esattamente come Garrido e Bresciano l’anno successivo. I “bidoni” del 2011 sono Alfaro e Cissè e l’altrettanto fallimentare tentativo di valorizzare Postiga e Novaretti. Clamoroso l’abbaglio su Morrison, nel 2015, così come l’idea di puntare su elementi che hanno scritto pagine più nere che biancocelesti nella storia. La lista è lunghetta: Durmisi, Sprocati, Proto, Vavro, Gondo, Adekanye, Muriqi, Fares, Hoedt, Musacchio. Non è andata molto meglio con Bizzarri, Konko, Cana, Ciani, Djordjevc, Hoedt, Bastos, Lukaku, Escalante, Reina e Pereira. Un bilancio comunque largamente favorevole come testimoniato dai risultati: 3 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane fanno della sua Lazio una delle squadre più vincenti, in termini di trofei, della storia biancoceleste.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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