Fabio Fognini lascia (nel singolo) gli Internazionali di Roma con la consapevolezza di aver deposto la corona da Re del tennis italiano ma di essere comunque… senatore a vita del movimento della racchetta azzurra. Dopo il bel successo contro Kecmanovic nel secondo turno degli IBI23, Fognini ha chiuso i propri internazionali contro Rune: 4-6, 2-6, risultato mai in discussione ma la sensazione è che il tennista italiano abbia ancora molto da dire e da dare.
Se la sfortuna si girasse dall’altra parte
Fognini è arrivato al terzo turno, un risultato al di là delle più rosee aspettative, considerate le condizioni fisiche perlomeno precarie. Nessuno, probabilmente neanche Fabio stesso, pensava di poter vincere due partite. Ed è anche la prima volta che riesce a mettere insieme due successi di fila in stagione, dopo un periodo che definire buio è quantomeno riduttivo: due anni senza buoni risultati e tanta discontinuità, troppa, per chi era abituato a stazionare nella top ten. Tornare a lavorare con Claudio Barazzutti lo ha aiutato. L’ex capitano di Davis conosce Fognini come pochi ed è anche fra i pochi “eletti” che possono dirgli in faccia le cose come stanno e aiutarlo a ripartire. La sensazione è che il gioco di Fognini, al netto degli infortuni, sia molto superiore alla sua attuale classifica. E se gli infortuni e la sfortuna smetteranno di tormentarlo, potrà ancora essere un top.
Lontano dall’erba si guarda al futuro
Fognini, al netto dei risultati, e in considerazione dell’affetto che ha ricevuto in queste ultime uscite al Foro Italico, è evidentemente ancora #1 o, perlomeno, sul podio dei tennisti più amati dal pubblico. Una processione laica ha accompagnato il suo avvicinamento alla “Grand Stand Arena” e, sebbene il risultato non gli abbia sorriso, i progressi sono confortanti. Specialmente in vista degli appuntamenti azzurri a Bologna, dove si giocherà con Canada, Svezia e Cile in Davis. Sino a settembre, però, c’è di mezzo l’erba, che Fognini, però, salterà a piè pari in modo da presentarsi nella miglior forma possibile ai tornei estivi.
Simbolo e apripista azzurro
Gli obiettivi sono fissati: andare a caccia di una classifica migliore, tornare nei primi 100 prima di Wimbledon. Se giocherà come contro Murray e Kecmanovic non dovrebbe incontrare grandi difficoltà. E, sebbene gli anni passino e la concorrenza aumenti, la motivazione resta altissima. Dopo una carriera lunga e ricca di soddisfazioni, Fognini non ha alcuna intenzione di lasciare senza aver aperto la porta alla nuova generazione di talenti italiani. E salutare con la Davis sarebbe il modo migliore…