Una notte indimenticabile per Jannik Sinner. Il tennista altoatesino ha finalmente rotto il sortilegio e al terzo tentativo (dopo aver perso la finale di Miami nel 2021 e nello scorso aprile) si è portato a casa un Master 1000 in quel di Toronto. In un’ora e mezza di partita, mai realmente in discussione, è maturato il 6-4, 6-1 sull’australiano De Minaur che deve ancora rimandare il suo appuntamento con il primo titolo
Una vittoria che fa tanto morale e molto ranking
L’italiano si è portato a casa l’ottavo titolo in carriera, l’83esimo del tennis italiano. Al netto del sospirato successo, il trionfo in terra canadese assume i contorni di un successo fondamentale sia per le ambizioni del tennista che per l’immediato futuro. Sinner è il primo italiano a conquistare un trofeo di questa categoria e può finalmente dirsi “grande” e all’altezza dei suoi competitor dopo aver a lungo orbitato fra i quarti e le semifinali. In questa stagione, ha vinto a Toronto e Montpellier, allungando il corollario di successi. Quello di poche ore fa in terra nordamericana gli ha anche garantito un discreto balzo in avanti nel ranking. L’altoatesino occupa la casella numero sei, seconda posizione assoluta nella storia del tennis italiano, e mantiene un posto in prima fila per l’ATP Finals di Torino: allo status quo, è il numero quattro dietro Alcaraz, Djokovic e Medvedev con un largo margine su Tsitsipas.
A caccia di Panatta
Sinner non si era mai arrampicato così in alto in carriera nell ranking in classifica. Ha eguagliato, infatti, Berrettini (#6 nel 2022), superato Barazzutti (#7 nel 1978) e Fognini (#9 nel 2019). Può dunque andare a caccia di Adriano Panatta, che detiene il record del quarto posto nel ranking risalente al 1976 e anche quello dei 10, storici titoli maturati e vinti in carriera. Ad appena un passo, invece, Fabio Fognini che ne ha accumulati nove. La sensazione è che sia solo questione di tempo, anche in considerazione dell’eredità lasciata da Toronto.
Jannik va… veloce
Le premesse per il definitivo salto di qualità ci sono tutte: sul veloce, Sinner può esprimere il suo tennis migliore, fatto di accelerazioni, diritto molto alto, smorzata e attacco in controtempo. E soprattutto, continua a nel suo percorso personale di miglioramento del bagaglio tecnico e di consapevolezza: il ragazzo sta lasciandosi alle spalle il concetto di giocatore potente ma monocorde, acquisendo manualità e personalità da big. Per qualità di tennis è quasi alla pari di Rune e Alcaraz e dietro solo a Djokovic. Doveva solo dimostrarlo con i risultati. E chissà che il primo successo non possa diventare il trampolino di lancio e il “clic” definitivo per accendere definitivamente la sua carriera ad altissimi livelli.