LIBRI E FILM. Tra qualche giorni iniziano i Campionati Mondiali di Canottaggio e, per chi conosce l’inglese, da alcuni mesi è uscito nelle librerie americane il libro The Boys in the Boat che racconta la storia di nove ragazzi della middle class americana che quasi per caso si ritrovano su di una barca e dopo cinque mesi, alle Olimpiadi di Berlino del 1936, rompono il dominio tedesco (4 Ori e un Argento) nel bacino di Grunau superando di 6 decimi l’Otto azzurro degli “Scarronzoni”, i ragazzi dell’Unione Canottieri Livornesi, già secondi quattro anni prima a Los Angeles, e di un secondo i tedeschi per i quali anche il Fuhrer si era scomodato. Perchè se tutti ricordano Jesse Owens, nello stadio di Atletica le vittorie a stelle strisce furono numerose, ma nel canottaggio l’inno tedesco e quello del partito nazista si sentirono a ripetizione nel giorno delle finali.
I nove ragazzi arrivano dalla Washington University dove non erano neanche il primo equipaggio ma quello di riserva anche se nella primavera del 1936 quando iniziarono a regatare insieme cominciarono a salutare tutti con le lettere L-G-B, ufficialmente “Let’s get better” ma tra di loro con un preciso significato “Let’s go to Berlin”. Sempre uguale il loro stile di gara, accorto nella prima parte per attaccare alla disperata nel finale come fecero quando si aggiudicarono i Trials.
Ma la vittoria ai Trials non significò automaticamente la partenza per Berlino, il Comitato Olimpico statunitense richiese 5.000 dollari per le spese di viaggio e i battuti della Pennsylvania University cercarono di carpire l’onore. Solo un appello sui giornali di Seattle rese possibile una colletta the trasformò tutti i concittadini in piccoli “azionisti” della barca. Viaggio in terza classe fino ad Amburgo, due vogatori che sfiorano la polmonite ma come nelle storie a lieto fine i nove vincono a suon di record olimpico la loro batteria e si avventano sulla finale. Una trascrizione della radio tedesca recita: “l’Italia davanti! Ora la Germania! Gli americani danno colpi irresistibili, i remi scivolano sull’acqua”.