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Tour de France: il percorso, i favoriti, gli italiani in gara

La Grand Boucle è alle porte: la 110esima del Tour de France parte dai paesi Baschi, con il primo arrivo a Bilbao. Prima tappa di un lungo percorso che vedrà, con ogni probabilità, due grandi protagonisti: Tadej Pogacar, a caccia del successo sfuggitogli lo scorso anni, e Vingegaard, che invece proverà a tenersi stretta la maglia gialla indossata lo scorso anno a Parigi.

Il percorso

Immagine | Epa

La corsa più affascinante e difficile del mondo prevede 3.404 chilometri da percorrere, 22 squadre e 176 corridori. Il percorso ha otto tappe pianeggianti, una cronometro, quattro di media collina e otto di montagna. Quattro gli arrivi in salita. Si inizia subito con un traguardo posto in pendenza a Bilbao. Una leggera salita, quanto basta per scremare il gruppo, che si presta agli specialisti di classiche. Tutto lascia credere che la prima maglia gialla possa essere di Van der Poul, di Van Aert o Alaphilippe. Dopo la collina di San Sebastian, si torna in pianura per la terza e quarta tappa. La quinta vedrà i Pirenei e il giorno successivo si scala il mitico Col du Tourmalet con arrivo a Cauterets-Cambasque. La prima settimana si conclude con il temutissimo arrivo in vetta al vulcano Puy de Dôme, mitica salita che torna a terrorizzare i corridori del Tour dopo 35 anni di assenza. La seconda settimana procede tranquilla sino alla 13esima tappa, quando i ciclisti dovranno affrontare il temutissimo Col du Grand Colombier. E le 48 ore successive, altri arrivi in vetta a Saint-Gervais Mont-Blanc, nelle Alpi, per concludere la seconda settimana. La terza e ultima infine, prevede l’unica cronometro individuale della corsa: è lunga solo 22 km, ma con tante salite, soprattutto nella seconda parte del percorso. Quindi la tappa regina del Tour de France, il de la Loze, e la salita sul Monte Bianco: 28 km e con una pendenza media del 6%. Quindi, il Vosgi, la 20ª tappa e, con ogni probabilità, ultima occasione per smuovere la classifica generale prima della tappa finale con la classica passerella sui Campi Elisi.

Italiani, appena in sette: mai cosi pochi

Immagine | Ansa

E gli italiani? Questo Tour, come da diversi anni a questa parte, non sembra riservare loro un ruolo da protagonisti: appena in sette ai nastri di partenza di Bilbao e con nessuna possibilità di salire sul podio. L’unico capitano di squadra è Giulio Ciccone, che avrà la possibilità, nella migliore delle ipotesi, di andare a caccia della maglia a pois destinata al miglior scalatore. Area di azione e prospettive assai limitate per Luca Mozzato e Alberto Bettiol, destinati a muoversi sulle tracce del suo leader, Carapaz. Matteo Trentin invece dovrà mettersi a disposizione di Tadej Pogacar, esattamente come Gianni Moscon che dovrà aprire la strada alle volate di Mark Cavendish, alla stregua di Daniel Oss per Peter Sagan e Jacopo Guarnieri per Caleb Ewan.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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