I leader del G7, riuniti nella suggestiva cornice di Borgo Egnazia in Puglia, hanno rilasciato un chiaro e deciso comunicato finale: la Russia deve cessare la sua aggressione contro l’Ucraina e pagare per i danni causati. Nel documento conclusivo del summit, i rappresentanti delle principali economie mondiali hanno ribadito il loro impegno a sostenere Kiev “per tutto il tempo necessario”, sottolineando che spetta a Mosca fare il primo passo indietro.
Il vertice del G7 a Borgo Egnazia ha dimostrato l’impegno delle principali potenze mondiali a sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressione russa. Attraverso accordi di sicurezza, aiuti economici e un forte richiamo alla responsabilità di Mosca.
La conferenza in Svizzera
Durante il summit, i leader del G7 hanno espresso un forte endorsement alla “Formula di pace” proposta dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sarà al centro delle discussioni nella prossima conferenza in Svizzera. Questo schema è visto come il punto di partenza per porre fine al conflitto, in netto contrasto con la proposta recente di Vladimir Putin, che è stata interpretata come una richiesta di resa da parte dell’Ucraina. La conferenza, che si terrà sulle sponde del Lago di Lucerna, si concentrerà su temi cruciali come la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare, e il ritorno dei bambini ucraini deportati.
L’appello alla tregua olimpica
In attesa di una pace duratura, i leader del G7 hanno lanciato un forte appello alla “tregua olimpica”. Questo invito è stato sottolineato nelle conclusioni del vertice, in vista dei Giochi Olimpici di Parigi previsti per luglio. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che lavorerà per una tregua durante l’evento sportivo, richiamando il valore dello sport come strumento di pace.
Gli accordi
Nel corso del vertice, Zelensky ha ottenuto importanti risultati. Ha firmato due accordi di sicurezza decennali con Giappone e Stati Uniti, visti da Kiev come passi cruciali verso l’integrazione nella NATO. Borgo Egnazia ha visto anche il rinnovato impegno politico dei principali partner della NATO e del Giappone, assicurando un supporto incrollabile a Kiev dal punto di vista militare, economico, umanitario e per la ricostruzione, sia nel breve che nel lungo termine.
Il richiamo alla responsabilità di Mosca
I leader del G7 hanno chiarito che Mosca deve essere ritenuta responsabile per i danni inflitti all’Ucraina, stimati dalla Banca Mondiale in oltre 486 miliardi di dollari. Questo obbligo di riparazione è sancito dal diritto internazionale. Inoltre, è stato deciso di garantire a Kiev un prestito di 50 miliardi di dollari, finanziato dai beni russi congelati nelle banche occidentali, principalmente europee.
La pace secondo il G7
Per i leader riuniti in Puglia, l’unica strada percorribile per una pace giusta è fornire a Kiev i mezzi per resistere all’invasione. Questo significa armi, aiuti umanitari e ingenti finanziamenti. La proposta di pace di Putin, che richiede all’Ucraina di rinunciare alle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson e di impegnarsi a non aderire alla NATO, è stata respinta con decisione.
Il ruolo della Santa Sede
L’obiettivo di Zelensky per la conferenza in Svizzera è ottenere un ampio sostegno internazionale per la sua formula di pace. Il presidente ucraino conta molto sul contributo della Santa Sede, come emerso dal suo incontro con papa Francesco a margine del G7. L’evento in Svizzera vedrà la partecipazione di rappresentanti di un centinaio di paesi, inclusa l’Italia con il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Lo sport come antidoto alla guerra
Il richiamo alla tregua olimpica durante il G7 riporta alla mente storici esempi di come lo sport possa fungere da strumento di pace. Dalla tregua di Natale del 1914, quando soldati tedeschi e britannici interruppero i combattimenti della prima guerra mondiale per festeggiare insieme e giocare una partita di calcio, alla diplomazia del ping pong del 1971 che vide la squadra americana di tennis tavolo visitare la Cina, fino alle Olimpiadi Invernali del 2018, dove le delegazioni delle due Coree marciarono insieme sotto un’unica bandiera.
In un esempio più recente, il conflitto Russia-Ucraina ha avuto un’eco nel mondo dello sport con la controversa stretta di mano tra la tennista ucraina Elizaveta Kotlyar e la russa Vlada Minchova all’Australian Open Juniores. Questo gesto, interpretato da alcuni come un simbolo di pace, ha suscitato critiche in Ucraina, con l’intervento del ministro dello sport e le giustificazioni del padre della giovane atleta.