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Tribunale di arbitrato sportivo (Tas), cos’è e cos’ha a che fare con il caso di Sinner

Il ruolo che hanno la WADA e il TAS nel caso che ha coinvolto il tennista numero un al mondo: ecco le ultime

Continua a tenere banco il caso doping per Jannik Sinner, con l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) che ha chiesto al Tribunale di Arbitrato Sportivo (TAS) di applicare una squalifica di uno o due anni nei confronti del tennista italiano a causa del presunto utilizzo di Clostebol, una sostanza vietata. Il caso è nato dopo che l’International Tennis Integrity Agency aveva inizialmente assolto Sinner, non trovando prove sufficienti di dolo o intenzionalità nell’assunzione del Clostebol. Tuttavia, la WADA ha deciso di impugnare la decisione, portando il caso al TAS.

Il ruolo del TAS e la procedura

Il Tribunale di Arbitrato Sportivo (TAS), istituito nel 1984 e con sede a Losanna, è il massimo organo di giustizia sportiva al mondo. Esso si occupa di controversie riguardanti il mondo dello sport, che possono coinvolgere atleti, club, federazioni e organizzatori di eventi. Le sue decisioni sono definitive e vincolanti, con lo stesso valore esecutivo delle sentenze dei tribunali ordinari. Con circa 300 casi affrontati ogni anno, il TAS si avvale di 300 arbitri provenienti da 87 Paesi. Una volta emessa una sentenza, non esiste possibilità di appello, salvo rare eccezioni, il che rende l’organo particolarmente influente nel mondo dello sport.

Nel caso di Sinner, la WADA ha presentato appello contro la precedente assoluzione e si attende la nomina del Collegio Arbitrale, che sarà composto da tre giudici: uno nominato dal TAS, uno dalla WADA e uno scelto dallo stesso Sinner. Questa composizione bilanciata garantisce una certa equità nel processo, ma lascia comunque spazio a possibili complicazioni, dato che la sentenza definitiva potrebbe non arrivare prima di gennaio 2025.

Jannik Sinner | ansa epa @Juanjo Martin

La tempistica

Generalmente, una volta avviato il procedimento presso il TAS, la decisione richiede diversi mesi. Per il caso di Jannik Sinner, il verdetto potrebbe arrivare tra gennaio e giugno 2025, proprio in concomitanza con importanti appuntamenti tennistici, tra cui gli Australian Open, dove l’italiano è il campione in carica. Tuttavia, esiste la possibilità di accelerare i tempi del processo attraverso una procedura d’urgenza, se richiesta e accettata dal TAS. Questa opzione potrebbe permettere al team legale di Sinner di ridurre il periodo di attesa e cercare di ottenere un’eventuale assoluzione più rapidamente, evitando così che il tennista debba affrontare una stagione incerta dal punto di vista sportivo e psicologico.

La difesa e le strategie legali

Come in ogni processo sportivo, anche in quello di Sinner sarà possibile presentare testimoni a supporto della difesa. Saranno i legali del tennista a decidere la strategia migliore da adottare per dimostrare l’assenza di colpa nell’eventuale assunzione della sostanza vietata. Esistono precedenti che possono offrire spunti per la difesa, tra cui il caso di José Luis Palomino, calciatore dell’Atalanta, risultato positivo al Clostebol nel 2022. Anche in quel caso, il giocatore fu assolto dopo aver sostenuto l’assunzione involontaria della sostanza, una tesi che alla fine il TAS confermò.

Sebbene ogni caso sia unico, la difesa di Sinner potrebbe prendere spunto proprio dal precedente Palomino per dimostrare che, sebbene il Clostebol sia stato trovato nel suo organismo, non ci sia stata alcuna intenzione dolosa. Il Clostebol, infatti, è una sostanza vietata che si trova in alcuni farmaci da banco, sollevando la possibilità che sia stato assunto in modo inconsapevole.

Il peso di una sentenza del TAS

Una delle caratteristiche principali delle decisioni emesse dal TAS è la loro irrevocabilità. Una volta che il tribunale avrà emesso la sentenza, questa sarà definitiva e vincolante per tutte le parti coinvolte. Tuttavia, in rari casi, come accaduto con il nuotatore cinese Sun Yang, è possibile presentare un ricorso al Tribunale Federale Svizzero. Questo organo può intervenire solo in casi molto specifici, come la violazione delle procedure o la mancanza di giurisdizione. In ogni caso, il processo risulta estremamente complesso, e le possibilità di successo di un ricorso sono piuttosto limitate.

 

Andrea Zoccolan

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