MOSCA 2013. E’ cresciuta Alessia Trost, a dispetto dei suoi 20 anni e del fatto che, complice la mancata convocazione per le Olimpiadi dello scorso anno, sia per la prima volta su di una scena mondiale ai massimi livelli dopo i molti allori conquistati nelle categorie giovanili. E’ cresciuta ed amministra, nonostante le tensioni denunciate ieri, la qualificazione del Salto in Alto con grande lucidità e senza sbavature. Decide di non correre rischi e di voler entrare in clima gara affrontando di petto tutte le misure presentate dalla progressione definita per arrivare all’1.95 dell’originale livello di qualificazione poi interrotta a 1.92. Quattro salti (1,78 1,83 1,88 1,92), due con la calzamaglia, due senza, per entrare con tranquillità nella finale di sabato sera. Promossa a pieni voti, cioè senza errori, come le russe Gordeeva, Chicherova e Shkolina, la svedese Green, la lituana Palsyte e la spagnola Beitia. Qualche imbarazzo in più per la statunitense Barrett (1.83 al terzo tentativo). Saranno in 13 in finale.
Nelle batterie degli 800 femminili, Marta Milani corre nei ritmi del suo personale stagionale e chiude al sesto posto in 2.02.41. L’ultimo tempo di ripescaggio è 2.00.31, difficilmente raggiungibile dall’azzurra. Nei 200 metri, Gloria Hooper perde l’opportunità di raggiungere le semifinali; chiude al quarto posto nella sua batteria in 23.10 che è il suo primato stagionale, a spalla con la finlandese Latvala che la precede per l’accesso a diretto. Fuori per cinque centesimi dai ripescaggi, era forse sufficiente una maggiore convinzione negli ultimi dieci metri e nel finish. Una occasione persa.