Tra la vicenda Clostebol e le polemiche sui soldi guadagnati al Six Kings Slam, sono arrivate anche le accuse dell’ex tennista russo
Il conto alla rovescia è iniziato: tra pochi giorni Jannik Sinner, numero uno del mondo, farà il suo ingresso nelle ATP Finals di Torino dopo il forfait a Parigi-Bercy a causa di un virus intestinale. Quest’anno l’altoatesino ha raccolto ben sedici milioni di euro in premi, cifra che potrebbe superare i venti milioni in caso di vittoria alle Finals. Ma la corsa al trionfo non è soltanto una questione di premi: vincere significherebbe per Sinner consolidare il dominio ottenuto e lasciare un’impronta indelebile su un’annata sportiva che lo ha visto assoluto protagonista.
Sinner si prepara così a ritentare l’assalto al titolo, sfiorato lo scorso anno sullo stesso campo torinese, dove fu fermato solo in finale da Novak Djokovic. Ora, il 23enne sembra pronto per compiere l’ultimo passo e infrangere il tabù. Con Carlos Alcaraz come principale rivale, Sinner ha tutti gli occhi puntati addosso e si presenta alle Finals come il favorito per il titolo.
Tuttavia, la stagione di Sinner non è solo segnata dai successi, ma anche dalle polemiche. A far discutere non è solo il caso di doping, ma anche le recenti dichiarazioni dell’ex numero uno del mondo, Yevgeny Kafelnikov, che ha aspramente criticato il gioco di Sinner, definendolo “unidimensionale” e “stupidamente progettato per colpire”. Secondo Kafelnikov, Sinner è “una versione modificata e più moderna di Hrbaty e Johansson”.
Le critiche di Kafelnikov riflettono una visione riduttiva delle qualità di Sinner, che in realtà ha dimostrato di saper imporsi ai massimi livelli e su superfici diverse, vincendo due tornei del Grande Slam e scalando il ranking mondiale fino a ottenere la prima posizione. La presunta “unidimensionalità” del gioco di Sinner si è rivelata vincente e, anzi, rappresenta un punto di forza per l’azzurro, che è capace di mantenere un’intensità e una precisione invidiabili.
Le osservazioni di Kafelnikov sembrano ignorare anche i cambiamenti nel tennis contemporaneo, in cui la potenza e la rapidità hanno assunto un peso determinante. Sinner, con il suo stile moderno e adattato alla velocità di oggi, è riuscito a costruire un gioco solido ed efficace, che lo ha portato a trionfare contro i principali avversari e a dominare la stagione.
Solo qualche settimana fa un articolo del Washington Post a firma Sally Jenkins aveva fatto scalpore, con il quotidiano statunitense che scriveva: “Jannik Sinner è un tipo assonnato che culla i suoi avversari e il pubblico addormentandoli con un ritmo soffocante. Il ritmo dei suoi colpi è così regolare da cullare. E dopo un po’ il match non finisce… Si addormenta”, scriveva Jenkins, dopo la vittoria all’Us Open ottenuta al terzo turno contro l’australiano Chris O’Connell per 6-1, 6-4, 6-2. “Si aspettava invano una grande esplosione. Invece, c’è stato solo il suo stile di gioco pulito, tic-tac, tic-tac…”, prosegue l’articolo. L’azzurro non deraglia mai in campo, “la cosa più vistosa che fa è asciugarsi. Niente urli, niente lamentele, niente racchette spaccate”.
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