MOSCA 2013. Neanche nei sogni più belli, i Campionati Mondiali di Atletica Leggera potevano iniziare così. La Maratona femminile di Valeria Straneo comincia letteralmente appena fuori dallo stadio. Minuti 3 e spiccioli di corsa: la piemontese è in testa, sul passo di 3.25 al chilometro. Le altre, in una fila allungata, seguono i passi dell’azzurra. Lei danza davanti a tutte continua per 15 chilometri, lungo le rive della Moscova (passaggi di regolarità cronometrica: 17:05; 17:07; 17:11, per un totale di 51:23). Alle sue spalle presto, molto presto, si ritrovano in un pacchetto ristretto, che ai 15 km è composto da sette atlete (due etiopi, tre keniane, una cinese, e la giapponese Fukushi). Le migliori ci sono tutte, compresa Edna Kiplagat (la campionessa del mondo di Daegu, che recupera con agilità il gap accumulato per via di uno start più prudente) e Meselech Melkamu. Ma non basta: perché proprio appena superato il quindicesimo, la piemontese allunga ancora, guadagnando una ventina di metri sulle avversarie. La Straneo è scatenata, malgrado la temperatura, vicina ai 30 gradi, consigli prudenza. Inizia un tira e molla che produce l’allungarsi ulteriore della pattuglia.
Poco prima dei 20 chilometri, la Straneo decide di chiamare in azione anche le avversarie, allargandosi e lasciando spazio alle keniane. Inizia una fase decisamente più tattica della gara, come se l’azzurra, consapevole di aver esaurito un autoimposto compito di selezione, scegliesse di cominciare a ragionare sulle prospettive di gara. La frenata si avverte sulla frazione di corsa (1:09:02 ai 20 km, 17:38 negli ultimi 5 km), ed è così che l’azzurra abbassa di nuovo il piede sull’acceleratore: è un kick entusiasmante, che fa sconquasso nel gruppo.
Alle spalle dell’azzurra (metà gara: 1:12.58) restano in tre: l’etiope Melkamu, la keniana Kiplagat, e la giapponese Fukushi. Ai 25 km (1h26:36, frazione di 5 km in 17.34) lo scenario non cambia. Straneo a macinare ritmo, le altre tutte in fila. Dietro, si comporta bene anche Emma Quaglia (che scambia addirittura un “cinque con la Straneo in un incrocio di percorso!): la gara di rimonta produce frutti, a tal punto che dopo 25 chilometri la ligure (partita oltre il trentesimo posto), è diciassettesima (1h30:30). Prima del trentesimo chilometro la Straneo entra nell’area magica: la giapponese Fukushi si stacca, e l’azione dell’azzurra produce la riduzione a tre delle atlete di testa. La frazione di 5 km da 17.23 (undici secondi meno della precedente, totale di 1h44:00 ai 30km) introduce l’inizio della parte decisiva della gara, verso lo stadio Luzhniki. Il cuore è in tumulto, e non solo quello di Valeria. Come in una prova ad eliminazione, dopo due chilometri (trentaduesimo) si stacca anche Melchamu, e restano solo in due davanti: l’italiana e la campionessa del mondo uscente. Accelera di nuovo Valeria Straneo e dal trentesimo al trentacinquesimo chilometro mette a segno il parziale più veloce della sua Maratona: un pazzesco 17.04. Melkamu, terza, è a 56 secondi, ma subisce la rimonta della giapponese Fukushi, soli 7 secondi più indietro. Ma anche dalle retrovie si comincia a parlare italianao, perché Emma Quaglia, in preda ad una vera e propria trance agonistica (è la più veloce nella frazione dopo le prime tre), risale all’ottavo posto (2h07:11), che è in realtà diventa subito settimo, visto che la Melkamu si ferma.
La Kiplagat è sempre incollata all’italiana, ma è chiaro che ha carte diverse da spendere, anche in termini di qualità muscolari. Il cambio di marcia arriva a 2h19, ben oltre il quarantesimo chilometro (Straneo, 2h18:22, ancora 17:16) e non sembra esserci rimasto molto da fare se non gioire per una splendida medaglia d’Argento.Vince la Kiplagat in 2h25:44 – completa l’opera della Straneo, che riporta la maratona femminile italiana sul podio mondiale, d’Argento, 18 anni dopo Ornella Ferrara. Il crono dice 2h25:58. il Bronzo va alla giapponese Fukushi, che completa in 2h27:45.