STORIE. “‘Ci sono gli ottocento stile libero con Novella Calligaris. Che ne dite se interrompiamo la cena e accendiamo la televisione’. D’accordo, è questione di una decina di minuti, no? Così, in molte case. E i televisori sono accesi nei bar per un pubblico certamente più abituato ad altre emozioni: gol, arrivi in volata, pugni. Non sa molto di nuoto, che dopo tutto ci è sempre stato avaro di soddisfazioni. Ma questa volta c’è Novella, non vogliamo darle dieci minuti di attenzione e di tifo, anche? E’ uno dei pochi « azzurri » che veramente contano in campo internazionale e tutti sanno chi è. Piace per tanti motivi: graziosa, ha grinta, non pianta grane e soprattutto non posa da primadonna. Potrebbe farlo, ma non lo fa”, scrive su La Stampa del giorno dopo Luciano Curino, parole che sono lo specchio di tempi ormai lontanissimi nella memoria solo di coloro che hanno superato il mezzo secolo.
Era il 1973 e per la prima volta la FINA decise di organizzare i Campionati Mondiali delle discipline sotto la sua egida. Un anno prima, alle Olimpiadi di Monaco, quelle dei 7 ori di Mark Spitz che solo Michael Phelps seppe offuscare, in mezzo a tedesche dell’est dalla voce ingrossata e qualche peluria di troppo, uno scricciolo diciassettenne da Padova, Novella Calligaris, dopo aver rotto il ghiaccio quattro anni prima a 13 anni, conquista le prime medaglie di sempre nel Nuoto per l’Italia (argento nei 400 stile libero, bronzo negli 800 e nei 400 misti). Un anno dopo a Belgrado il metallo diventa il più prezioso: Novella diventa campionessa mondiale vincendo la finale degli 800 metri stile libero precedendo la statunitense Harshbarger e la tedesca federale Wegner. La patavina sale altre due volte sul podio per mettere al collo le medaglie di bronzo nei 400 stile libero e nei 400 misti.
L’inno mondiale suonerà un’altra volta sotto il tetto del Tašmajdan Sports Centre per la medaglia d’Oro nei tuffi dalla Piattaforma di Klaus Dibiasi che doppia con l’argento dal Trampolino.
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